Insomma, un’immagine non proprio decorosa in un luogo dove campeggia la scritta molto significativa “Qui nei secoli posano affetti vanità speranze”. Ormai siamo a circa un mese dalla giornata della commemorazione dei defunti e sarebbe davvero opportuno che l’Amministrazione comunale pensasse al decoro di quanti riposano nell’area del camposanto e delle persone morte nel corso della Grande Guerra ricordate dai cipressi a suo tempo piantumati alla memoria.
Succede in città che i vivi vengano tassati ed i defunti dimenticati. La storia dell’istituzione dei Viali della Rimembranza risale al 1922 quando l’avvocato aretino Dario Lupi, al tempo sottosegretario alla Pubblica Istruzione, ne propose la creazione per ricordare e onorare i caduti della prima guerra mondiale. Il 27 dicembre 1922 il Ministero della Pubblica Istruzione inviò a tutti i Provveditori agli Studi una lettera circolare con la quale veniva richiesto: “…che le scolaresche d’Italia si facciano iniziatrici di una idea nobilissima e pietosa: quella di creare in ogni città, in ogni paese, in ogni borgata, la Strada o il Parco della Rimembranza. Per ogni caduto nella grande guerra, dovrà essere piantato un albero; gli alberi varieranno a seconda della regione, del clima, dell’altitudine…”.
L’idea aveva trovato la prima attuazione nella città canadese di Montreal dove, dopo la Grande Guerra, era stata creata una Strada della Rimembranza fiancheggiata da alberi. In sostanza Lupi importò in Italia l’esperienza americana, conservandone i tratti essenziali, ma moltiplicandola in modo da realizzare un’enorme folta foresta, fatta di più di cinquecentomila chiome di alberi nuovi, tanti quanti erano i caduti italiani. Con la speranza che queste premesse inducano l’Amminisrazione comunale a muoversi per tempo in modo che il cimitero giuliese esca dall’incuria tornando così al decoro di un tempo.