Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump è stato condannato per il caso legato all’ex pornostar Stormy Daniels
Donald Trump è stato condannato per i pagamenti in nero all’ex pornostar Stormy Daniels e il tentativo di insabbiarli. La sentenza, emessa dal giudice Juan Merchan, macchia la fedina penale del presidente eletto, ma le conseguenze saranno meno gravi di quanto ci si potrebbe aspettare.
La sua colpevolezza, infatti, allo stato attuale non prevede né carcere né multa. E la motivazione è chiara (e facile): il suo ritorno alla Casa Bianca. Merchan ha spiegato che la decisione di non applicare alcuna pena è legata alle protezioni garantite dalla clausola di supremazia e dall’immunità presidenziale.
Rivolgendosi a Trump, il giudice ha dichiarato: “Sono stati i cittadini di questa nazione a decidere che lei debba godere di queste tutele“. Infine, un augurio formale: “Buona fortuna per il secondo mandato“. L’ex presidente ha affidato a Truth, il suo social network, un commento al vetriolo: “L’evento di oggi è stata una farsa spregevole. Ora che è finito, faremo appello contro questa bufala che non merito“.
L’esito dell’udienza, ad ogni modo, non è stato certo una sorpresa. Già la scorsa settimana, in una sentenza di 18 pagine, Merchan aveva chiarito l’intenzione di concedere a Trump una scarcerazione incondizionata, definendola “la soluzione più praticabile” per chiudere definitivamente la vicenda processuale.
Trump era stato condannato nel maggio dell’anno precedente per 34 capi d’imputazione legati alla falsificazione di documenti aziendali. L’accusa ruotava attorno ai pagamenti in nero all’ex pornostar Stormy Daniels per impedirle di rivelare dettagli su un presunto incontro a sfondo sessuale, avvenuto alla vigilia delle elezioni del 2016.
Questa, comunque, rappresenta solo una piccola parte dei problemi con i quali si è confrontato il Tycoon. Prima della sua recente rielezione, Trump rischiava pene ben più pesanti: libertà vigilata o addirittura fino a quattro anni di carcere.
L’ultimo tentativo di bloccare la sentenza era fallito solo pochi giorni prima dell’inaugurazione del 20 gennaio, con la Corte Suprema che aveva respinto il suo ricorso per 5 voti a 4.
Adesso la vicenda giudiziaria di Trump si arricchisce di un nuovo, controverso episodio, ma il ritorno alla Casa Bianca sembra aver chiuso temporaneamente il cerchio. Tuttavia, il presidente eletto non intende rinunciare a far valere le sue ragioni, annunciando battaglia legale anche contro questa sentenza.