“Abbiamo dato mandato ai nostri legali di depositare una relazione in Procura con l’obiettivo di ricostruire i fatti che stanno conducendo ad un epilogo drammatico una delle realtà aziendali più significative della provincia – ha spiegato D’Amico, parlando anche a nome dell’ex presidente Lunella Cerquoni con la quale si è alternata a capo del gruppo Cirsu nel biennio 2008-2009 – Quando siamo arrivati la disastrosa politica di tariffazione sottocosto aveva condotto ad una situazione di forte criticità Sogesa, con una perdita di 5 milioni di euro su 7 milioni di fatturato. Da lì abbiamo studiato un piano di salvataggio, ricapitalizzando per l’importo di 5 milioni di euro, con la sottoscrizione del 51% del Cirsu e con il restante 49% del socio privato Aia. Abbiamo trovato una situazione difficile, dove i conducenti dei camion non partivano se non venivano pagati in contanti (e confermano i lavoratori Sogesa; ndg). Una situazione che abbiamo superato grazie ai fondi sottoscritti dall’Aia”. D’Amico spiega infatti come in quel periodo tutte le banche si guardassero bene dal fare credito al Cirsu. “Abbiamo evitato il fallimento di Sogesa, perché avrebbe voluto dire veder fallire il Cirsu e la Cirsu Patrimonio”. In quegli anni, continua il Magnifico Rettore dell’UniTe, il bilancio del consorzio per i rifiuti torna a marcare segno positivo, registrando una redditività operativa di +5.028.836 euro e recuperando dal -4.974.500. Questo grazie, sempre secondo D’Amico, al piano di salvataggio passato attraverso varie azioni strategiche.
Nota a margine: la discarica di Grasciano sarebbe costantemente presidiata dalla Protezione Civile per svolgere servizio di prevenzione antincendio, la stessa discarica per cui la gestione-D’Amico, secondo i dati mostrati, avrebbe recuperato 90mila metri cubi di volumetria in quegli anni.