Teramo. Sia il decreto legge “Rilancio” appena entrato in vigore, sia l’Ordinanza n. 100 sulla ricostruzione post-sisma, attribuiscono grande importanza all’operato dei professionisti tecnici. Nel primo caso, infatti, saranno proprio loro, Architetti e Ingegneri, ad asseverare il rispetto dei requisiti previsti e la corrispondente congruità delle spese sostenute in relazione agli interventi ammessi all’Ecobonus e al Sisma Bonus al 110%. Nel secondo caso, con l’Ordinanza n.100 del 9 maggio scorso inerente la ricostruzione post-sisma, c’è l’assunzione di responsabilità delle professioni tecniche che assumono la qualità di «persone esercenti un servizio di pubblica necessità».
“Tutte scelte che risolvono gran parte dei problemi della Pubblica Amministrazione ma, che, allo stesso tempo, gravano i professionisti di ulteriori responsabilità” ha commentato il Presidente dell’Ordine degli Architetti PPC della provincia di Teramo, Raffaele Di Marcello. “Nulla di nuovo sotto il sole – continua Di Marcello – Quando si tratta di emergenze noi tecnici diamo sempre la nostra disponibilità, con grande senso di responsabilità; ma la stessa disponibilità non la ritroviamo negli organi istituzionali, centrali e locali, che continuano a considerare il nostro lavoro un necessario, ma fastidioso, accessorio”.
“L’affidamento di servizi di progettazione o pianificazione con prezzi a base di gara totalmente inadeguati, per di più con ribassi che, a volte, arrivano all’80%, dimostra come le fondamentali attività relative alla redazione del progetto, alla direzione lavori, alla pianificazione del territorio, siano considerate secondarie rispetto alla realizzazione delle opere – sottolinea il Presidente degli Architetti – Le amministrazioni tendono a risparmiare proprio per le spese tecniche, dimenticando che un progetto mal pagato difficilmente sarà un buon progetto, e questo influirà sulla successiva fase di realizzazione”.
“Purtroppo – continua Di Marcello – sia lo Stato che le sue diramazioni sul territorio, gli Enti locali e gli altri organismi pubblici, non riconoscono il valore delle prestazioni tecniche, che siano svolte da personale interno o da liberi professionisti. Una insensata cultura del “fare a tutti i costi” ha posto in secondo piano il progettare e pianificare. Oggi ai tecnici vengono richieste sempre maggiori assunzioni di responsabilità, in cambio di sempre minori risorse. E’ ora di dire basta – conclude il rappresentante dell’Ordine – a questo gioco al massacro che, oltre a mettere in ginocchio gli studi professionali, impoverisce il nostro Paese privandolo di competenze e qualità, facendolo diventare, da culla dell’Arte e dell’Architettura, un cementificio dove, per realizzare un’opera pubblica, occorrono anni, e le infrastrutture crollano per mancata manutenzione”.
L’appello dell’Ordine, quindi, è rivolto ad Enti ed Istituzioni affinchè mettano in atto tutte le azioni di legge atte a garantire un equo compenso per le prestazioni professionali e per favorire la scelta dei progetti migliori, anche attraverso concorsi di progettazione o procedure comparative che vedano al centro il progetto e non solo l’offerta economica più bassa. “L’Italia ha bisogno di buona architettura, e la qualità ha un costo, perchè è frutto di studio, lavoro ed aggiornamento”.