I giudici della Corte d’Appello de L’aquila hanno riconosciuto ad Adamo, difeso dall’avvocato Tommaso Civitarese, le attuenuanti generiche, confermando però al tempo stesso l’accusa di omicidio volontario aggravato.
Nel processo di primo grado, la pubblica accusa aveva chiesto la derubriazione del reato, da omicidio volontario a tentato omicidio, visto che la donna era morto dopo il ricovero in ospedale, addebitando responsabilità anche ad un chirurgo dell’ospedale di Sant’Omero.
Nei confronti del chirurgo, Gaetano Sciamanna i giudici di appello hanno confermto la condanna ad un anno per omicidio colposo.
Adamo, inoltre, è stato condannato al risarcimento in favore dei quattro figli, che si sono costiuiti parte civile per complessivi 170mila euro, indennizzo che era stato stabilito già in corte di assise.