Corropoli. Il giudice del lavoro di Teramo, Maria Rosaria Pietropaolo, ha condannato un’azienda di Corropoli a risarcire ad un’operaia 15 mensilita’ piu’ interessi e rivalutazione.
La battaglia legale, curata dall’avvocato Cristian Santroni, verteva sul licenziamento illegittimo della lavoratrice di 53 anni. In sintesi, secondo la ricostruzione che ha portato il giudice a riconoscere le ragioni della ex dipendente, l’azienda aveva simulato il licenziamento collettivo di 11 dipendenti per riduzione del personale trasferendo alcuni settori della catena aziendale ad un’altra societa’ facente capo alle stesse persone titolari della prima impresa. Il contratto del personale, in questa maniera, veniva trasformato da tempo indeterminato a tempo determinato senza passare attraverso la contrattazione sindacale, prevista in questi casi. Il licenziamento dell’operaia, che aveva rifiutato il contratto “novato” ritenendolo illegittimo, e’ stato cosi’ impugnato con sentenza favorevole.
Oltretutto, sostiene l’avvocato, la lettera di licenziamento portava una data anteriore rispetto al giorno del vero licenziamento. “L’intento della societa’ era di dimostrare, in questa maniera, che l’allontanamento definitivo dal posto di lavoro era avvenuto con preavviso quando invece, in realta’, la donna era stata licenziata in tronco”, spiega Santroni. L’operaia ha rinunciato volontariamente alla reintegra nel posto di lavoro.