Cimitero Atri, cumuli di terra ‘buttati’ sulle tombe: che fine ha fatto il rispetto per i defunti?

atri_cimiteroAtri. “La civiltà di un comune e dei suoi amministratori si misura anche da come trattano i loro concittadini defunti, che non possono difendersi dalla profanazione della loro ultima dimora”.

È una constatazione amara quella del signor Carmelo. Nel suo animo e nelle sue parole c’è rabbia, tanta. Certo, non rassegnazione. Perché la voglia di lottare e far valere i propri diritti, quelli di tutti e quelli del papà recentemente scomparso, è tanta. Così tanta da fargli urlare la sua protesta, tutta rivolta all’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Gabriele Astolfi. Al centro della discussione, le condizioni (pessime) in cui versa il cimitero ducale.

“Invito il sindaco, come cittadino, a recarsi al cimitero di Atri” scrive Carmelo “come ho fatto io stamattina, per andare a pregare sulla tomba di mio padre, scomparso non meno di due settimane fa. Solo così potrà constatare lo schifo e la mancanza di rispetto da parte della ditta che si occupa che si occupa dei lavori e degli scavi”.

L’immagine è delle più brutte: la terra di risulta viene buttata sulle tombe già presenti, come si stesse coprendo “spazzatura”.

“Vergogna” tuona ancora Carmelo. “Dia un segnale del suo potere, intervenendo con la massima sollecitudine. Se così non fosse” annuncia “mi vedrò costretto a tutelare la memoria di mio padre e degli altri defunti in sede legale”.

La protesta del signor Carmelo ha subito raccolto decine di consensi sulla rete. Su tutti, impera un’unica, fondamentale richiesta: rispetto. È, forse, chiedere troppo?

 

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