Teramo. Dopo un anno di sperimentazione va a regime il nuovo metodo per il collocamento dei disabili nel mondo del lavoro: si chiama “ICF” (Classificazione della salute, del funzionamento e della disabilità così come messo a punto dall’Organizzazione mondiale della Sanità) e si propone di superare quei limiti che hanno spesso ostacolato l’avvio e soprattutto la permanenza del disabile nei luoghi di lavoro.
L’adozione di questa nuova metodologia consente il passaggio dagli accertamenti di tipo medico-sanitari dell’invalidità a quelli di tipo bio-psico-sociale; l’ICF “capovolge” l’approccio alla valutazione della disabilità: da misurazione dello svantaggio a individuazione dei fattori che possono migliorare l’integrazione sociale delle persone.
L’intervento sperimentale è stato promosso da Italia Lavoro e ha coinvolto le Province di Teramo, Taranto, Torino e Cuneo. In questo ultimo anno, nelle quattro province, sono stati formati 1500 operatori della cosiddetta filiera territoriale dell’inserimento” (Centri per l’impiego, Commissioni mediche, ecc.), ed è stata messa a punto di una comune “check list lavoro” (il documento che elenca le condizioni fisiche, ambientali e sociali che costituiscono la condizione di disabilità, applicato all’inserimento lavorativo) con il coinvolgimento di 176 persone con disabilità.
E’ stato quindi definito un “protocollo lavoratore” per descrivere le caratteristiche della persona disabile, e un “protocollo azienda”, per individuare le caratteristiche ambientali e di contesto dell’impresa.
Questa metodologia è stata oggetto di formazione per gli operatori dei Centri per l’Impiego, della ASL, dell’INPS, dell’INAIL, delle Scuole e dei rappresentanti dei datori di lavoro e delle Associazioni di tutela dei Disabili.
Le iniziative rientrano all’interno di un Piano complessivo di diffusione della metodologia ICF voluto dalla Regione Abruzzo ed in particolare dall’ Assessorato al Lavoro, Politiche Sociali e Formazione Professionale. L’adozione di questa nuova metodologia consente il passaggio dagli accertamenti di tipo medico-sanitari dell’invalidità a quelli di tipo bio-psico-sociale, che permettono di tenere in considerazione il funzionamento dell’individuo e l’interazione con l’ambiente e apprezzarne adeguatamente le capacità lavorative.