Alba Adriatica. Lo avrebbe colpito per futili motivi, dopo una cena nell’abitazione della vittima insieme ad altri due vicini. Andrea Marsili, 43 anni pregiudicato di Alba, è l’assassino di Gabriele Di Clemente, 72enne, trovato morto questa mattina da un vicino sull’uscio di casa a Villa Fiore.
Dopo i rilievi della scientifica, che hanno trovato l’arma del delitto, un coltellino svizzero, nell’abitazione e aver ascoltato alcune testimonianze, i militari, nella tarda mattinata, hanno fermato e portato in caserma Marsili. Dall’interrogazione i militari avrebbero ricostruito il caso e per il 43enne è scattato il fermo di polizia. A scatenare l’omicidio sarebbe stato un futile motivo, forse una discussione in preda ai fumi dell’alcol; mentre ad uccidere il giardiniere in pensione potrebbe essere stata una coltellata alla carotide. Si attende comunque l’esito dell’autopsia, in programma domani e affidata al medico legale Giuseppe Sciarra.
La ricostruzione. La vittima e Andrea Marsili erano stati a cena assieme, nell’abitazione di via Volturno, con due vicini di casa. Fino a quel momento nulla lasciava presagire ad un epilogo cruento. Attorno alle 22.30 due vicini di casa, sono tornati nella propria abitazione e nell’appartamento al piano terra, nel popoloso quartiere di Villa Fiore, sono rimasti il giardiniere e Marsili (con alle spalle vari episodi di violenza, anche nelle mura domestiche, per questioni legate all’uso di stupefacenti). I due, forse erano ubriachi, ma per cause ancora al vaglio (si parla di futili motivi o qualche piccolo debito) sarebbe nata una lite furibonda, al culmine della quale Marsili ha accoltellato il pensionato con un coltello svizzero. I fendenti sarebbero stati una decina (sopratutto all’addome), ma quella letale è stata quella che reciso la carotide (I dubbi saranno sciolti, in ogni caso, nell’autopsia che dovrebbe svolgersi domani all’obitorio del Mazzini di Teramo dal dottor Giuseppe Sciarra, presente questa mattina sul luogo del delitto). Marsili (sottoposto al fermo di polizia giudiziaria per omicidio volontario aggravato) dopo aver ucciso il giardiniere, è tornato a casa. Il tutto si è consumato nel cuore della notte e nessuno ha sentito nulla. Decisive, per la soluzione rapida del caso, sono state le testimonianze raccolte dagli inquirenti (il titolare dell’inchiesta è il sostituto Bruno Auriemma, mentre sul posto c’erano anche il capitano Nazario Giuliani comandante del reparto operativo provinciale e Pompeo Quagliozzi, comandante della compagnia di Alba Adriatica). Sia da coloro che avevano preso parte alla cena, ad alcuni vicini, anche di Marsili, che vive in via Trasimeno, a poche centinaia di metri dal luogo del delitto, che è stato visto rientrare in casa con i vestiti sporchi di sangue. L’indagine ha avuto, dunque, un rapido sviluppo. Gabriele Di Clemente, soprannominato il “giardiniere” per via della sua attività, viveva da solo, dopo che si era separato dalla moglie (aveva tre figli: Franco, Andrea, Daniele).
Il luogo del delitto. La scoperta è stata fatta da alcuni vicini, romeni, che abitano nello stesso piano dove viveva Di Clemente. Sull’uscio alcune macchie di sangue e la porta socchiusa. Alcuni vicini sono entrati in casa e si sono trovati davanti una scena raccapricciante, con macchie di sangue dappertutto e l’uomo riverso sul pavimento nel soggiorno. L’omicidio, con ogni probabilità, è avvenuto nel cuore della notte e l’assassino, che avrebbe cercato in maniera goffa di cancellare alcune tracce (impresa improba) si è allontanato per poi fare ritorno a casa dove è stato prelevato e fermato nella tarda mattinata. Nel pomeriggio, l’uomo (nella foto) è stato trasferito nel carcere di Castrgno.