Così inizia la replica della CTIP BLU srl ai segretari e consiglieri PD della Val Tordino, precisando che “proprio a Teramo esiste infatti un vero e proprio “paradosso all’Italiana”: è la provincia in Abruzzo con la più alta percentuale di raccolta differenziata (>65%), ma è sprovvista di una adeguata impiantistica che chiuda in modo virtuoso il ciclo di trattamento del rifiuto organico. Le quantità raccolte in provincia vengono dirottate negli impianti di altre provincie, ma anche fuori regione, nel migliore dei casi in Romagna. Risulta quindi comprensibile come tali inefficienze si ripercuotano negativamente sulla TARI ed è facile comprendere come un impianto di avanzata tecnologia e di prossimità come quello che proponiamo possa generare un beneficio atteso in termini di riduzione dei costi di smaltimento dell’organico non inferiore al 20%”.
Per la società con sede a Pescara un “altro elemento da chiarire a prova della coerenza trasparenza circa le quantità e la provenienza del materiale, l’impianto è dimensionato sui volumi di frazione organica attualmente raccolti nella provincia di Teramo. Inoltre, è coerente con le indicazioni del PRGR che prevede la localizzazione di un impianto di lavorazione della frazione organica da 50.000 tonnellate anno proprio nella zona da noi individuata. I dati ufficiali a consuntivo di raccolta del rifiuto organico degli ultimi due anni (documento PRGR; rapporto ISPRA ed. 2017) infatti ammontano rispettivamente a: 48.937 tonnellate nel 2015 e 50.861 nel 2016. Si tratta delle quantità oggi raccolte con un trend in salita della percentuale di raccolta differenziata ed è quindi prevedibile un aumento dei quantitativi di organico prodotti dal territorio negli anni a venire.
Sottolineiamo inoltre che non produciamo biogas ma biometano, che immettiamo nella rete del gas naturale destinandone l’uso all’autotrazione. Questo biocarburante è ritenuto strategico dall’Europa e dall’Italia per abbassare l’emissione di gas climalteranti nei trasporti, nella logistica e nella gestione dei rifiuti. Esistono infatti obblighi di legge nazionali ed Europei ben precisi e la nostra iniziativa contribuisce in modo concreto e diretto a far raggiungere all’Italia. Considerato che gli impianti di produzione Biometano sono sostanzialmente a “impatto zero” su ambiente e salute, si può comprendere facilmente come un’area industriale come quella di Mosciano e in senso più lato le immediate adiacenze non saranno soggette ad alcuna penalizzazione o diseconomia sociale. Tutt’altro, abbiamo da sempre evidenziato anche in altre occasioni come i più importanti poli logistici d’Italia e d’Europa stiano puntando fortemente sulla promozione di poli di produzione di biometano e la riconversione dei mezzi di trasporto alimentati con questo biocarburante rinnovabile”.
La CTIP BLU srl respinge i toni allarmistici sulla gestione delle acque azotate. “Queste rappresentano una opportunità per la comunità agricola della zona, si tratterebbe di un nuovo modo di fare agricoltura ‘green’, di un vero esempio di economia circolare a beneficio anche degli operatori agricoli con benefici nella riduzione dei costi per la concimazione. Qualora però non vi fossero le condizioni per attivare questa che è solo una proposta progettuale che va verificata nelle opportune sedi tecniche, il nostro impianto è dotato di un sistema tencnologico di depurazione delle acque fra i più avanzati in Abruzzo, che grazie alla terminale fase di trattamento di osmosi inversa restituisce acque il cui scarico è autorizzato nella linea delle acque bianche o nei cosiddetti corpi idrici superficiali.
La società rassicura “i cittadini e gli stessi amministratori locali sull’inesistenza di qualsiasi forma di criticità ambientale e sanitaria. Non siamo solo noi infatti i sostenitori e promotori della produzione e utilizzo di biometano dalla digestione anaerobica della FORSU, ma lo sono l’intera comunità scientifica nazionale e internazionale attraverso studi e ricerche, lo sono le istituzioni comunitarie, nazionali e regionali attraverso atti d’indirizzo politico ed economico con previsioni normative specifiche. Lo sono anche le principali e più importanti associazioni ambientaliste, movimenti spontanei di cittadini e associazioni datoriali quali Legambiente, WWF, Movimento di iniziativa popolare per la Legge “Zero Waste”, Kyoto Club, FISE Assoambiente, Consorzio Italiano Compostatori, Utilitalia, Confagricoltura e tanti altri. E’ dunque la globalità di tutti questi soggetti che raccomanda, se non impone, l’utilizzo e la sostenibilità ambientale di ciò che è oggi indicata unanimemente come la più avanzata tecnologia disponibile per la valorizzazione dell’organico secondo le migliori pratiche di economia circolare”, conclude la nota.