Teramo. E’ morto ieri all’ospedale Mazzini, dove era ricoverato da tempo don Giovanni Saverioni, sacerdote e giornalista. Nato a Sciusciano, frazione di Teramo, il 5 aprile 1919, il 92enne sacerdote teramano era da tempo sofferente e si è spento serenamente dopo aver vissuto una vita ricca di avvenimenti e di contatti con la gente.
Ordinato sacerdote nel settembre del 1944 era stato destinato a Tottea di Crognaleto, dove aveva vissuto i difficili anni della fine della guerra e del dopoguerra, per poi diventare parroco di Poggio Cono e successivamente di Villa Mosca, all’epoca poco più di un gruppetto di case, dove è stato parroco dal 1968 al 2000.Chi scrive ha avuto la fortuna di essere un suo parrocchiano, fin dall’inizio del suo apostolato a Villa Mosca, ricevendo da lui i primi sacramenti e gli insegnamenti della vita cattolica. Suo grande cruccio di quegli anni a Villa Mosca, mentre il quartiere cresceva, era non poter dare alla sempre più numerosa comunità cristiana una chiesa, essendo costretto a celebrare messa e fare catechismo nei garage gentilmente offerti da alcuni parrocchiani, fino ad approdare ad un piccolo edificio, di proprietà della ASL, nella splendida pineta dell’Ospedale.Eppure quegli anni, per noi ragazzi e ragazze che lo seguivamo, sono stati anni bellissimi, caratterizzati da momenti di vita comunitaria vera, sempre in giro per fondaci e garage, ma con la guida di un uomo dal carattere non sempre facile, ma conuna volontà e una cultura fuori del comune.Indimenticabili i Natale sotto la pineta dell’ospedale, dove veniva allestito un presepe a grandezza naturale in una baracchetta e noi bambini, vestiti da pastori, cantavamo aspettando la messa di mezzanotte; o le comunioni e le cresime celebrate all’aperto, tra siepi fiorite e il rischio di pioggia sempre in agguato.Ora don Giovanni ci ha lasciato per andare nel cielo che che ci aveva sempre fatto intravedere attraverso i suoi insegnamenti. Ricorderemo le sue strigliate ed i suoi sorrisi, che illuminavano il volto severo facendo trasparire la sua profonda umanità.Uomo di cultura, professore di religione in diverse scuole superiori teramane, giornalista pungente, aveva fondato il periodico La Tenda, pochi foglietti per raccontare la vita di una comunità parrocchiale in cerca di una collocazione stabile, come il popolo ebreo sotto le tende alla ricerca della terra promessa. Quei fogli raccontano più di 30 di vita di una comunità che, a poco a poco, è diventata un quartiere, e magari ha perso il senso di appartenenza di quegli anni difficili, ma intensi.L’ultimo saluto terreno a don Giovanni si terranno sabato mattina, alle 10.00, in Cattedrale. Molti suoi ex alunni e parrocchiani lo accompagneranno verso l’ultimo viaggio, ma il suo ricordo, sicuramente, rimarrà per sempre nel cuore di chi lo ha conosciuto.