Sant’Egidio alla Vibrata. False assunzione di detenuti, sopratutto rom, utili per garantire loro la libertà dietro il prevedibile pagamento di soldi.
In realtà, l’operazione altro non era che una forma di evasione, visto che la falsa assunzione consentiva agli stessi detenuti di fruire di speciali permessi da parte del tribunale di Sorveglianza, per andare a lavorare. La pratica è stata scoperta e disarticolata dai carabinieri della stazione di Sant’Egidio alla Vibrata, diretti dal maresciallo Mario De Nicola e coordinati dal capitano Pompeo Quagliozzi. L’indagine, avviata nei mesi scorsi, si è sviluppata attorno a due diversi filoni della procura di Teramo (titolari delle inchieste sono i sostituti procuratori Stefano Giovagnoni e Davide Rosati). Nella prima inchiesta, è stato denunciato A.C. Di 32 anni di Sant’Egidio, titolare in precedenza di un’impresa edile, già chiusa dai carabinieri sempre per questioni legate a false assunzioni utili per incassare i proventi della disoccupazione. L’imprenditore aveva avanzato una richiesta al tribunale di sorveglianza per un cittadino nordafricano, che avrebbe dovuto prestare servizio nella sua impresa. Extracomunitario in carcere per reati legati allo spaccio di stupefacenti. Analoga richiesta era stata presentata per far uscire dal carcere di Castrogno una donna di etnia rom, che si sarebbe dovuta occupare di prestare servizio come badante alla madre dello stesso imprenditore. Va detto, però, che l’anziana è indigente e vive anche di sostegni economici da parte del Comune vibratiano. Elemento questo che ha insospettito e non poco gli inquirenti. Nella seconda inchiesta avviata dai carabinieri la scorsa estate, e’ stato invece denunciato A.C. di 60 anni sempre di Sant’Egidio alla Vibrata. L’uomo risultava essere titolare, in maniera fittizia, di un’azienda di abbigliamento. Il falso imprenditore aveva richiesto la liberta’ per motivi di lavoro di 4 zingari (tre uomini ed una donna) residenti fra Alba Adriatica e Martinsicuro. A lasciare il carcere per andare al lavoro era stata autorizzata la sola donna ma in realta’ non svolgeva alcuna mansione perche’ la ditta era inesistente. Per questo motivo, il finto imprenditore e’ stato denunciato oltre che per false attestazioni all’autorita’ giudiziaria, anche per procurata evasione, mentre la zingara e’ finita nei guai per evasione. Nel contesto della stessa operazione, e’ stato denunciato per concorso in false dichiarazioni un commercialista di Sant’Egidio alla Vibrata in quanto avrebbe materialemente redatto la documentazione necessaria al finto datore di lavoro. Per le false richieste di assunzione, al momento, i carabinieri hanno scoperto una sola “mazzetta” da 500 euro.