Teramo. Gir, Lu, Milac, Rael e Isabeau: a loro è affidato il destino dei cieli teramani, letteralmente invasi dagli sturnus vulgaris. Si tratta di due falchi e tre poiane, ai quali presto, forse già da domani, potrebbe aggiungersi anche un’aquila.
A richiedere il loro intervento che, dati alla mano, nell’84 per cento dei casi va a buon fine, è stata la Provincia di Teramo, uno degli obiettivi privilegiati dell’attacco dal cielo. Ad essere maggiormente colpita, infatti, è la zona di viale Mazzini. Tra quei meravigliosi tigli si nascondono questi simpatici volatili che, al calar del sole, incantano con le loro scenografie nel cielo, poi si posano tra le fronde degli alberi e lì comincia il cinguettio assordante. I residenti e i passanti ormai non ne possono più. L’ombrello è diventato un must e gli auto-lavaggi sono diventati una tappa obbligata ogni giorno.
Gli storni sono tornati puntuali anche oggi. Ore 16.30: si intravedono all’orizzonte, strane macchie di colore nero nel cielo, che prima si dissolvono per poi fare “massa” e distogliere l’attenzione del “nemico”. Che in questo caso è un falco pellegrino, che vola alto nel cielo. Riesce ad intercettare la preda e scompare dietro le colline per consumare il suo pasto. Loro, i falchi di Giovanni Granati, sono ancora fermi. Studiano l’ambiente ed il momento giusto per entrare in azione. Quello di oggi è solo un intervento di ricognizione: da domani si fa sul serio. L’obiettivo è quello di spaventare gli storni e spingerli ad abbandonare il centro urbano. “Si tratta di una tecnica deterrente” spiega Granati “la cosiddetta bird control, che gioca sull’istinto innato delle prede di scappare anche solo se vedono la sagoma di un predatore come il falco”.
Marina Serra
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