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Cologna, chiosco della vergogna. Il proprietario: “E’ un ecomostro! Ma le aspettative erano altre” (INTERVISTA)

E’ stato ribattezzato il chiosco della vergogna perché costruito praticamente in mezzo al mare, su un tratto di spiaggia ghiaiosa, a Cologna.

Una struttura contestata da tutti, da residenti e da ambientalisti che a seguito di un esposto alla Capitaneria di Porto e alla Procura, hanno dato il via ad un’indagine che alla fine ha portato al sequestro un anno fa del manufatto. A riconoscere che quel chiosco lì è una bruttura è lo stesso contitolare della concessione demaniale.

“Questo chiosco è nato con delle aspettative ben diverse rispetto a quelle che oggi vediamo”, spiega Silvestro Procacci, “solo che sono state disattese nel tempo. E oggi ci troviamo di fronte ad un eco mostro. E’ una cosa che io non avrei mai voluto fare, non accetto. Questo chiosco va sistemato: o protetto o deve essere tolto. Non ci sono vie di mezzo. Non può stare una cosa del genere sul mare. Mi vergogno!”.

La storia del chiosco in mezzo al mare parte dalla primavera dello scorso anno quando l’ufficio tecnico del Comune di Roseto rilasciò le autorizzazioni per la costruzione. E prima dell’inizio dei lavori ci fu anche un sopralluogo da parte degli stessi tecnici del Comune che sapevano che mancavano complessivamente 25 metri di spiaggia fronte mare di pertinenza.

Venne ugualmente rilasciato il nulla osta perché da parte del Comune ci fu anche la promessa che si sarebbe proceduto con un ripascimento morbido di circa 2mila metri cubi di sabbia per ricostruire la spiaggia antistante questa concessione, operazione che poi non venne più garantita. Nel frattempo anche la Sovrintendenza ai Beni Ambientali aveva dato il via libera alla sistemazione del chiosco con la prescrizione di essere rimosso al termine della stagione estiva, il 15 settembre.

Il chiosco non ha mai aperto i battenti. Un anno fa è stato posto sotto sequestro per occupazione abusiva del suolo demaniale. Sequestro ordinato dal giudice Silvia Scamurra e che non consente ad oggi, perché ancora operativo, la rimozione della struttura, nonostante un’intesa raggiunta tra il proprietario e il Comune di Roseto per eliminare quella bruttura dalla spiaggia.

“Il primo problema è proprio il sequestro che non permette adesso di non fare nulla”, prosegue Procacci, “abbiamo fatto un accordo con il Comune per poterlo rimuovere e trovare un posto dove sistemarlo. Siamo però in attesa delle carte che ci consentano di fare qualcosa”.

Il titolare è disponibile a creare a proprie spese una terrazza con un intervento di ripascimento adeguato, valorizzando tutta la zona e ridando metri alla spiaggia erosa. Ma è anche d’accordo a sistemare il chiosco altrove, all’interno del suo agricampeggio.

Insomma, soluzioni alternative non mancherebbero per ridare decoro a questo tratto di litorale. Serve però il dissequestro del chiosco. Altrimenti tutto resta ancora bloccato.