Teramo. Poche righe, quanto basta per render noto un fatto importante per la sanità teramana e regionale. La giunta regionale, nella seduta odierna, ha deciso di “avviare il procedimento previsto dall’art. 3 bis comma 7 del D.Lgs 502/92 nei confronti del Direttore Generale della Asl di Teramo, Prof. Giustino Varrassi”.
Il procedimento fa seguito alla delibera del 29 agosto scorso ed alla acquisizione della documentazione richiesta a seguito delle indagini portate avanti dalla Magistratura.
Della propria decisione, si legge ancora nella nota della Regione “che sarà formalizzata nella prossima seduta ordinaria, la Giunta ha già dato notizia, per correttezza istituzionale, al Prof. Varrassi”.
Il che, tradotto, potrebbe significare la fine dell’attività teramana del manager aquilano. Un epilogo che arriverebbe a distanza di pochi giorni dal sequestro del reparto di Fecondazione Assistita del Mazzini di Teramo e a pochi mesi dai due avvisi di garanzia giunti nell’ufficio dello stesso direttore generale, nonostante la conferma (con riserva) da parte della Regione. Una riserva che presto potrebbe capovolgere definitivamente il futuro di Varrassi a Teramo.
IL COMMENTO DI CLAUDIO RUFFINI E GIUSEPPE DI LUCA, PD
“Con ritardo e con il rischio che si inneschi un contenzioso tra le parti, la giunta regionale manda a casa il manager della Asl di Teramo. La revoca arriverebbe dopo l’acquisizione degli atti di indagine presso la Procura di Teramo che riguardano Varrassi. Questi erano già acquisibili dal mese di luglio perché non piu coperti da segreto istruttorio. Ciò avrebbe certamente comportato la non riconferma di Varrassi.L’atto del 29 agosto èquindi un atto viziato e forzato con il solo fine di riconfermare Varrassi. Adesso il rischio è che si instauri un contenzioso con il manager che potrebbe non accettare la revoca. Vogliamo credere che Varrassi sia una persona responsabile e che si dimetterà prima che arrivi la revoca. Ben diversa è la posizione della giunta regionale che compie un vero e proprio capolavoro: il 29 agosto poteva evitare la riconferma acquisendo gli atti che erano già disponibili presso la direzione della Asl e che le avrebbero permesso di accertare le gravi irregolarità a carico di Varrassi e quindi andare alla non riconferma.Invece con la proroga di ulteriori 18 mesi di incarico a Varrassi la giunta regionale si espone ad un probabile contenzioso con lo stesso.Il capolavoro sta nel fatto che la regione potrebbe essere condannata a pagare Varrassi per tutti mesi prorogati ed un altro manager in sua sostituzione. Quello che ci preoccupa maggiormente è l’arroganza nell uso del potere da parte di Chiodi e company che oltre a farci pagare più soldi per la direzione generale, indeboliscono l offerta sanitaria teramana che tanti operatori ogni giorno con sacrificio e abnegazione cercano di assicurare agli utenti dimostrando professionalità e qualità”.