Mancato accordo con i lavoratori e i sindacati che hanno rifiutato di sottoscrivere l’accordo. Questo pomeriggio, al tavolo delle relazioni industriali della Provincia, sono tornati a confrontarsi la proprietà della DG Capital service, la Rsa aziendale, i sindacati Cgil, Uil e Ugl mentre i lavoratori e una rappresentanza dei sindacati di base manifestavano davanti al Palazzo di via Milli.
La proprietà – Sandra Di Giacinto e Sossio Caruso, assistiti dall’avvocato Franco Di Teodoro – ha ribadito la volontà di procedere al licenziamento collettivo (79 dipendenti) per ragioni legate al mercato e alla mancanza di commesse e ha avanzato la proposta di concedere un’attribuzione patrimoniale e un incentivo all’esodo in aggiunta a quelle dovute per legge; si è detta disponibile inoltre a valutare forme di reimpiego al “verificarsi di condizioni di mercato più favorevoli”.
Nessuna delle ragioni esposte ha convinto lavoratori e sindacati e il tavolo delle relazioni industriali ha preso atto dell’impossibilità di raggiungere un’intesa. Per i sindacati erano presenti Mirko D’Ignazio, Alfiero Di Giammartino ed Alberto Di Battista, rispettivamente FIOM – C.G.I.L., U.I.L. e U.G.L. Il tavolo della Provincia era coordinato da Pierluigi Babbicola.
I SINDACATI. “Riteniamo che questa posizione aziendale di totale chiusura alle richieste da noi formulate con l’obiettivo di salvare i posti di lavoro, sia stata determinata anche da fattori esterni alla trattativa stessa – il parere di Mirko D’Ignazio, per la Fiom Cgil Teramo – Nei mesi scorsi, infatti, l’azienda aveva manifestato la volontà di cercare una soluzione percorribile che non prevedesse la chiusura definitiva dello stabilimento. Si era ragionato sull’opportunità di un tentativo, da parte della DG Capital, di cercare nuove commesse che consentissero di sopperire al rischio della perdita di due appalti inter-gruppo (perdita, peraltro, al momento non ancora certa) e sulla possibilità di utilizzare ammortizzatori sociali che aiutassero azienda e lavoratori in questa delicata fase. Nulla di tutto questo, al momento, è stato possibile. A nostro avviso, però, l’azienda può e deve tornare sui propri passi, facendo ripartire la trattativa dal punto in cui si era arrivati prima della perentoria decisione di chiusura. Per tali ragioni, chiederemo l’attivazione di un tavolo di crisi presso l’Assessorato alle Attività Produttive della Regione Abruzzo. La nostra provincia, infatti, non può permettersi di perdere neanche un posto di lavoro e vanno compiuti tutti gli sforzi possibili affinché non continuino ad essere i lavoratori a pagare una crisi che, sempre più spesso, sta diventando l’alibi per scaricare sui soggetti più deboli gli effetti di scelte di altri. La responsabilità sociale delle imprese deve tornare ad essere il punto centrale su cui costruire l’economia del nostro territorio, ancor più quando si tratta di azienda che, per garantire l’incremento occupazionale, hanno beneficiato di lauti finanziamenti pubblici come nel caso della DG Capital”.