Tortoreto, chiusa inchiesta sullo spaccio: nei guai un carabiniere ed un poliziotto

La procura di Teramo ha chiuso le indagini in merito ad un presunto spaccio di droga in Vibrata, inchiesta che vede coinvolti anche un carabiniere ed un poliziotto, entrambi di Tortoreto.

Sono dieci le persone finite sul registro degli indagati: tra loro, un albanese è rinchiuso nel carcere di Pescara su richiesta del sostituito titolare dell’inchiesta, Davide Rosati, mentre altri cinque indagati sono sottoposti all’obbligo di dimora e presentazione alla polizia giudiziaria (tra cui il carabiniere).

Gli indagati devono rispondere a vario titolo di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, ricettazione, favoreggiamento e lesioni. Per ciò che concerne il militare in precedenza in servizio alla stazione di Tortoreto, tra le accuse a lui contestate c’è il favoreggiamento: secondo la procura infatti il carabiniere avrebbe rivelato notizie d’ufficio all’albanese finito poi in carcere. Anche la moglie del militare, che per le indagini avrebbe riportato alcuni elementi agli altri indagati, è finita nell’inchiesta. I due devono anche rispondere della mancata comunicazione all’Autorità di Pubblica Sicurezza di diverse armi detenute in casa. Inoltre, sempre per la procura, il militare avrebbe picchiato un uomo in collaborazione con l’albanese detenuto a Pescara, per vendicarsi di ingiurie subite dalla figlia.

Il poliziotto invece, oltre ad aver acquistato cocaina, avrebbe per le indagini anche occultato 40 chili di marijuana nella sua abitazione di Tortoreto, restituendola poi ad altri indagati per consentirne lo spaccio, salvo tenere per sé due chili in una sorta di compenso per l’attività svolta.

Le indagini sono state eseguite dal nucleo investigativo dei carabinieri di Teramo, sotto la direzione del capitano Roberto Petroli. Gli episodi di spaccio sarebbero avvenuti nei mesi scorsi tra Tortoreto ed Alba Adriatica.

Tra qualche settimana, il pm potrebbe chiedere il rinvio a giudizio per i dieci indagati. A difenderli, tra gli altri, gli avvocati Vincenzo Di Nanna e Amedeo Di Odoardo.

Gestione cookie