La vicenda Cirsu, il consorzio per i rifiuti solidi urbani dichiarato fallito nel settembre del 2015, continua a tenere banco.
Ed è stato argomento di discussione nell’ultimo Consiglio Comunale di Giulianova. Al centro dell’attenzione il futuro dei 29 operai che dal gennaio del 2016 gradualmente sono stati chiamati a svolgere mansioni dal CSA, il consorzio stabile dell’Aquila che aveva ottenuto dalla Regione la gestione del polo tecnologico di Grasciano.
Il sindaco Francesco Mastromauro non è contrario all’arrivo di un privato a gestire l’intero apparato del Cirsu. La Deco spa di Di Zio si è aggiudicata la gestione che avrebbe dovuto prendere proprio in questi giorni. Ma il ricorso del CSA ha di fatto bloccato l’ingresso negli impianti del consorzio del gruppo Di Zio. Il primo cittadino giuliese manda un messaggio alla Deco.
“Chiunque arrivi in quel sito”, ha puntualizzato, “deve fare in modo che gli operai conservino il loro posto di lavoro. Questo è importante”.
A Giulianova nel 2011, con il fallimento della Sogesa, che all’epoca era il braccio operativo del Cirsu, si decise di assorbire 40 lavoratori poi destinati al settore dello spazzamento e della raccolta dei rifiuti, oggi affidato al gestore unico EcoTeDi. Il sindaco parla anche dell’impianto di Grasciano, che merita di essere riattivato per una serie di ragioni.
“E’ un fiore all’occhiello della nostra Regione”, dice, “nell’abito del trattamento dei rifiuti”.
Intanto il sindaco di Notaresco, Diego Di Bonaventura, ha nuovamente scritto alla curatela fallimentare, al prefetto, alla Regione, alla Provincia, all’Arta, alla Asl e ai carabinieri forestali sottolineando l’alto rischio che rappresenta il polo Cirsu. Ha ricordato che così, quasi all’abbandono, gli impianti non possono stare. E’ favorevole all’ingresso di Di Zio. Ma che si faccia in fretta.