“Una presidenza illegittima che ha svenduto il territorio, facendo perdere alla provincia teramana la sede principale della nova Camera di Commercio Gran Sasso d’Italia”.
E’ un attacco diretto quello del presidente dell’Api,associazione piccole e medie imprese di Teramo, Alfonso Marcozzi, nei confronti dell’attuale guida della Camera di Commercio di Teramo che, dopo l’accorpamento con quella di L’Aquila, ha finito per perdere la sede principale, con il “contentino” di mantenere quella secondaria e ottenere la presidenza del nuovo ente.
Nonostante, infatti, la circolare del ministero dello scorso agosto dia indicazioni sul posizionamento della nuova sede nelle province in cui sono presenti il maggior numero di imprese, in Abruzzo Teramo capitola in favore del capoluogo. Eppure con le sue 42.593 attività, supera di gran lunga la provincia aquilana, ferma a 37.009 aziende, confermandosi provincia più vivace dal punto di vista economico, nonostante la crisi.
“La sede legale avrebbe dovuto restare a Teramo”, conferma Marcozzi, “come previsto dal decreto Calenda, mentre la dirigenza della Camera di Commercio di Teramo ha barattato con accordi trasversali il posizionamento della sede a L’Aquila, optando per il mantenimento in città di una sede secondaria e, dunque, destinata alla chiusura, e alla presidenza”.
Una scelta “non accettabile” per Marcozzi, vista anche la presenza in Giunta di incarichi “illegittimi” con l’elevato numero di mandati di alcuni soggetti come già stabilito da diverse sentenze dal Tar e del Consiglio di Stato. Una condizione, questa, contro la quale l’Api si è da sempre battuta, scegliendo di uscire dall’ente camerale nel quale occupava diversi posti in Giunta e in Consiglio.
“Questo è il risultato”, conclude il presidente dell’Api, “della non lungimiranza politica di chi sta guidando la Camera di Commercio e che non ha affatto a cuore le necessità degli imprenditori del territorio per i quali l’ente è stato creato ed è mantenuto”.
Intanto in una nota di ieri, il presidente della Camera di Commercio di Teramo, Gloriano Lanciotti”, ha fatto sapere di voler convocare un apposito Consiglio per verificare se ci siano le condizioni per affrontare la questione della sede.