“Basta, voglio andare via. Ha vinto il degrado. Non è più possibile vivere e lavorare in piazza IV Novembre”. Lo sfogo, non certo estemporaneo, ma frutto di una visione quotidiano di quello che accade nella zona storica di Alba Adriatica, è di Paolo Cichetti.
Gioielliere e commerciante di Alba Adriatica che gestisce assieme al fratello un’attività in piazza IV Novembre. La piazza del Comune, ovviamente, ma anche lo spazio che in alcuni orari della giornata (di sera soprattutto) diventa la meta di spacciatori e di personaggi che non sembrano essere rassicuranti. Cichetti su Facebook, nei giorni scorsi, ha raccontato un’ambientazione tipica della piazza al calar del sole, attorno alle 20. Da una parte dosi vendute a dei giovani, sicuramente minorenni. Dall’altra richiedenti asilo politico, fermi sulle panchine che si intrattengono con degli alcolici.
” Poi la comunità cingalese stravaccata ai piedi del Monumento ai Caduti (coloro che hanno perso la vita in guerra per difendere e costruire questo paese)”, racconta, “una sensazione di insicurezza totale, nel buio più assoluto (sono 4 anni che aspettiamo che qualcuno sostituisca le lampade della pubblica illuminazione della piazza, ndr), tanto da dover accompagnare, e non solo per cavalleria, la mia collaboratrice fin alla sua autovettura parcheggiata ai margini della piazza”.
Uno spaccato di una situazione che nelle parole di Cichetti sembra essere una costante nella zona più centrale della cittadina.
“Mi sento sconfitto”, dice ancora, “e sto seriamente pensando di andare via di qui. Come tanti miei compaesani, ho fatto e sto facendo sacrifici per portare avanti un’attività decorosa all’interno di questo paese, ed oggi posso affermare che le istituzioni tutte ci hanno lasciati soli. La mia libertà e quella di tante altre persone perbene è stata calpestata proprio dall’immobilismo di quelle Istituzioni nelle quali abbiamo sempre creduto e rispettato. La società civile è sconfitta”.
Il commerciante, però, ne ha per tutti: non solo le istituzioni ma anche coloro che hanno a suo dire fiancheggiato, coperto e speculato sulla situazione di degrado.