“Molti anziani e disabili dei comuni montani interessati non avranno garantita l’assistenza, se non per poche ore” si legge ancora nella nota. “Nonostante i numerosi tentativi di trovare soluzioni che impedissero gli immaginabili licenziamenti o riduzioni drastiche dell’orario lavorativo, le cooperative vincitrici del precedente appalto (Filadelfia, Solidarietà e Vita e 3M) non hanno voluto attivare la procedura di cassa integrazione negando la disponibilità (tranne la 3M) persino di discuterne. Le nuove cooperative vincitrici dell’appalto sono molto restie a perseguire la strada della cassa in deroga perché rappresenterebbe per loro un onere in più. Oltre al rischio di rimanere senza lavoro e senza prospettive, le 21 lavoratrici interessate non percepiscono ancora le mensilità di aprile, maggio, giugno e luglio come non hanno mai percepito una serie di indennità contrattualmente previste per le quali ci attiveremo con ogni mezzo a far recuperare”.
Per questo, la Funzione Pubblica Cgil Teramo ha voluto coinvolgere il settore Lavoro della Provincia di Teramo per tentare di dirimere la controversia di lavoro e chiede, nel contempo, l’intervento urgente anche dell’assessore regionale Paolo Gatti per trovare soluzioni alla insostenibile riduzione oraria.