Accorgimento che l’uomo, un 33enne di San Benedetto, dovrà osservare anche nei confronti di un amico della donna che ha tampinato per mesi. Gli agenti del Commissariato di Atri, con la collaborazione degli uomini del Commissariato di San Benedetto del Tronto hanno dato esecuzione nei giorni scorsi ad una ordinanza di divieto di avvicinamento emessa Procura di Teramo nei confronti di un 33enne di San Benedetto del Tronto, colpevole di aver perseguitato per mesi una donna di Roseto, di 36 anni, aggredendola in più occasioni anche davanti agli amici e minacciando o malmenando anche questi ultimi allorquando “si intromettevano” nelle loro discussioni.
La donna, che aveva iniziato una relazione sentimentale con l’uomo nel 2012, a causa del carattere aggressivo e violento e della sua soffocante gelosia aveva deciso di lasciarlo nel mese di aprile di quest’anno, ma il giovane, che non si era rassegnato all’idea di perderla, aveva cominciato a subissarla di telefonate e sms, insultandola e a volte anche minacciandola e, in alcune circostanze di incontri occasionali o concordati, non aveva esitato a strattonarla e a malmenarla, costringendola finanche a ricorrere alle cure del pronto soccorso.
In un crescendo di comportamenti ossessivi, l’uomo l’aveva anche aspettata presso la sua abitazione o nei ristoranti ove la vittima si recava con gli amici e l’aveva seguita fino al parcheggio dell’auto aggredendola a seguito dell’ennesimo rifiuto della donna di riallacciare la relazione sentimentale. Nel mese di giugno, addirittura l’aveva aspettata davanti ad uno stabilimento balneare di Roseto ove, non riuscendo a parlare con la donna, l’uomo aveva minacciato gli amici che si trovavano con lei.
Nei primi di luglio invece, mentre la donna si trovava a Grottammare in compagnia di amici, l’uomo aveva minacciato e aggredito uno di questi, tanto da convincere la donna a denunciare il tutto al Commissariato di Atri, che immediatamente avviava una veloce e tempestiva attività di indagine, sotto la direzione della Procura della Repubblica (Enrica Medori), al termine della quale il Gip Domenico Canosa, ravvisandone i presupposti, stante il requisito dei gravi indizi di colpevolezza e il fondato timore per l’incolumità personale della vittima, emetteva provvedimento di divieto di avvicinamento per una distanza di 500 metri dalla donna e da uno degli amici di quest’ultima, in qualunque luogo di Italia, nonché dall’abitazione e dal luogo di lavoro della vittima, con la prescrizione per l’indagato di non comunicare attraverso qualsiasi mezzo con la medesima.