Bimba di Sant’Egidio morta in ospedale, autopsia: è stata occlusione intestinale

ospedale_ascoliAscoli Piceno. Sarebbe stata un’occlusione intestinale (un volvolo) e provocare la morte in ospedale di Francesca Sofia, la bimba di 18 mesi di Sant’Egidio, spirata all0ospedale di Ascoli poco più di una settimana fa.  Sarebbe questo il primo responso dell’autopsia eseguita sulla salma della piccola dal medico legale Mariano Cingolani e dal pediatra bolognese Fabrizio De Maria, e disposta dal pubblico ministero Ettore Picardi. La procura ascolana ha infatti aperto un fascicolo d’indagine dopo la denuncia dei genitori della piccola, che tende ad accertare se ci siano stati o meno dei ritardi nei soccorsi o negligenza da parte del personale ospedaliero. L’esame autoptico si è svolto alla presenza dei periti Pietro Alessandrini, Piergiorgio Fedeli, Giuseppe Castellucci e Giovanni Casadio di Parma, nominati dall’avvocato Francesco Voltattorni che rappresenta i famigliari di Francesca Sofia. Soltanto l’approfondimento tecnico-scientifico della perizia potrà dare, entro tre mesi, una risposta certa sulle cause del decesso e se quella morte si poteva evitare. La bambina era stata accompagnata in ospedale ad Ascoli perché accusava forti dolori all’addome e aveva superato la notte senza complicazioni, presentatesi però all’indomani mattina quando aveva subito due arresti cardiaci, il secondo dei quali fatale, mentre si stava aspettando il trasferimento in elicottero all’ospedale Salesi di Ancona. Secondo quanto riferito dall’avvocato della famiglia, “il problema che ha portato alla morte la bambina non è da collegarsi all’intervento subito un anno fa all’ospedale pediatrico Meyer di Firenze. Un’operazione tesa a rimuovere un’occlusione intestinale perfettamente riuscita. Sono quindi da escludere responsabilità pregresse — è la conclusione del legale – mentre è da chiarire se ci siano stati dei ritardi o se i medici non abbiano capito cosa stesse accadendo alla bambina”. Nell’ambito dell’indagine, condotta dal pm Ettore Picardi, sono stati indagati sei dottori. Un atto dovuto, necessario all’espletamento dei controlli sulle cartelle cliniche. Intanto, oggi la salma dovrebbe essere restituita alla famiglia per i funerali.

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