Teramo, cresce il numero di occupati tra i laureati della facoltà di Agraria

facolta_agrariaTeramo. È un dato decisamente “lusinghiero”, come lo ha definito il preside della Facoltà teramana di Agraria, Dino Mastrocola, quello che vede aumentare la percentuale dei laureati nella sede di Mosciano che trovano lavoro in tempi più stretti rispetto ai colleghi italiani. A stabilirlo è il tradizionale rapporto AlmaLaurea, che ogni anni monitora l’inserimento lavorativo dei laureati di 57 Atenei Italiani.

“Secondo questa indagine” aggiunge Mastrocola “riconosciuta come strumento fondamentale per valutare l’efficacia esterna del sistema universitario e misurare l’apprezzamento del mondo del lavoro nei confronti dei laureati, il 57,9 per cento (era il 54,5 per cento nel 2011) di coloro che hanno conseguito la laurea nella Facoltà di Agraria di Teramo ha un lavoro stabile ad un anno dal conseguimento del titolo. Questo dato è ancora più rilevante se si considera che il livello occupazionale medio nazionale per le Facoltà di Agraria è del 47,3 per cento, in leggera discesa rispetto al 48 per cento del 2011, mentre la media nazionale dei laureati occupati di tutte le Facoltà è del 47,8 per cento anche questo in leggera discesa rispetto al 48,7 per cento dello scorso anno. Le notevoli possibilità occupazionali dei laureati in Scienze e Tecnologie Alimentari triennali e magistrali e quelli in Viticoltura ed Enologia della Facoltà di Agraria dell’Università di Teramo possono essere anche collegate al fatto che il settore alimentare, nonostante la crisi, continua a confermarsi comparto trainante per l’economia regionale e teramana in particolare. Va inoltre ricordato che la Facoltà di Agraria di Teramo può contare su oltre 350 convenzioni per lo svolgimento di tirocini da parte di laureandi e laureati, stipulate con aziende ed Enti della Regione Abruzzo e di altre zone del territorio nazionale ed internazionale. In molti casi l’esperienza del tirocinio si trasforma direttamente in assunzione a tempo determinato o indeterminato. In definitiva l’alta formazione e la ricerca pubblica a livello universitario risultano essere sempre di più un fondamentale volano nel settore delle produzioni alimentari ed enologiche”.

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