Saranno le inchieste di magistratura e Capitaneria di Porto ad accertarlo, una volta individuato il relitto che si cercherà nei prossimi giorni di recuperare. Un problema durante la salpa delle reti, il violento nubifragio che si è abbattuto in quel momento con una tromba d’aria e raffiche ad oltre 55 nodi (circa 110 chilometri orari) che hanno creato onde alte da 3 a 6 metri.
Tre possibili fattori che hanno impedito all’Eliana di guadagnare l’imboccatura del porto di Giulianova per trovare riparo. I due pescatori, stando ad una prima ricognizione cadaverica eseguita già ieri sulla banchina di riva dopo che i corpi sono stati recuperati dai sommozzatori della Croce Rossa Italiana, sarebbero morti per annegamento. Ma sarà l’autopsia, che verrà eseguita nelle prossime ore, ad accertare con esattezza le cause del decesso di Artone e Mazzi. I due marittimi sarebbero stati sorpresi dalla burrasca mentre tentavano di salpare le reti dopo l’ultima cala prima del rientro in porto.
Qualcosa però deve essere andato storto, forse il sacco della rete a strascico è rimasto impigliato sul fondale, rendendo a quel punto il motopesca ingovernabile. Una grossa onda potrebbe poi aver capovolto l’imbarcazione mentre i due marinai erano nella cabina di comando, rimanendo intrappolati. Che ci siano stati dei problemi durante il recupero delle reti lo confermerebbe una telefonata fatta da Carlo Mazzi alla moglie, intorno alle 13,30, una decina di minuti prima che si scatenasse l’inferno al largo di Giulianova.
Da quel momento in poi non c’è stato più alcun contatto con l’Eliana. Passata l’ondata di maltempo, in primi a raggiungere il luogo dell’affondamento sono stati alcuni pescherecci della flottiglia giuliese. La speranza di trovare in vita Artone e Mazzi è stata cancellata quando gli altri pescatori hanno rinvenuto pezzi della passeggiata del motopesca inghiottito dal mare.
Due famiglie distrutte, l’ennesimo tributo in vite umane pagato dai marinai giuliesi. Sulla banchina del porto i familiari hanno sperato fino in fondo che i due marittimi potessero essersi salvati, magari aggrappandosi ad una delle boe dell’impianto di miticoltura.
In molti si chiedono perché il comandante Artone avesse deciso di prendere ugualmente il largo nonostante le condizioni meteomarine erano date in peggioramento già da 24 ore prima.
Elia Artone, originario pugliese ma trapiantato da anni a Giulianova, è stato un infaticabile lupo di mare. Aveva dato al suo peschereccio il nome della figlia. Una vita di sacrifici, un armatore in prima linea per far valere i diritti della marineria e il rispetto delle regole. Un uomo che voleva che il fermo biologico venisse programmato a primavera e non in un periodo poco idoneo.
Intanto il sindaco Francesco Mastromauro ha proclamato il lutto cittadino per il giorno dei funerali, la cui data deve ancora essere fissata. Mentre è stata annullata la Notte Alta in programma questa sera nel centro storico giuliese.
Tanti i messaggi di cordoglio da parte di amici, parenti, tifosi del Giulianova. Anche il Presidente della Camera di Commercio di Teramo Gloriano Lanciotti, unitamente ai componenti della Giunta Camerale, ha espresso il profondo cordoglio e vicinanza alle famiglie di Elia Artone e Carlo Mazzi e a tutta la marineria Giuliese per la terribile tragedia che ha sconvolto la nostra comunità.