Il Tar ha anche sottolineato come tale precisazione deve prevalere “rispetto ad elaborati grafici difformi”, riferendosi a dei segni di colore viola (un vincolo?), riscontrati dalla famiglia Di Battista, sulle carte comunali riferite all’ex casello di via Carso dopo il consiglio comunale del 18 gennaio scorso. La famiglia Di Battista è parzialmente soddisfatta dell’ordinanza del Tar e si lascia andare ad un’amara riflessione: “per far valere i nostri diritti dobbiamo spendere dei soldi, nello stesso tempo li deve spendere anche il comune costituendosi”. Sperando che l’ex casello di via Carso possa diventare a breve l’abitazione del figlio che Nicola che tra dieci giorni si sposa.
Ricorso al Tar famiglia Battista
Ordinanza del Tar su ex casello ferroviario