Martinsicuro. Dieci anni dopo l’incubo finisce. Un incubo fatto di accuse (poi smontate in sede processuale) di arresti in serie e di due gradi di giudizio che hanno avuto lo stesso identico epilogo: assoluzione.
Si chiude un capitolo decisamente amaro, ma con un finale a lieto fine, per Toni Lattanzi, ex assessore ai lavori pubblici al Comune di Maartinsicuro (ora coordinatore provinciale del Fli), finito nel vortice, nel 2002, di un’inchiesta per presunte mazzette in Comune. Lattanzi, infatti, ha incassato la sentenza di assoluzione anche dalla Corte d’appello de L’Aquila, che di fatto ha confermato il pronunciamento di primo grado del giugno del 2006. Va detto che all’epoca, nel 2006, il caso giudiziario di Lattanzi era di fatto concluso, visto che la cosiddetta legge Pecorella prevedeva l’inappellabilità delle sentenze di proscioglimento. Nel frattempo, quel dettato normativo è stato in parte rivisto dalla Corte Costituzionale e la procura di Teramo aveva fatto un ricorso sulla stessa sentenza di assoluzione. La Cassazione ha rimesso la patata alla Corte di appello, che però ha nuovamente assolto Lattanzi dalle varie accuse. “ Ora è finito tutti” ha spiegato a caldo Lattanzi, “ e dopo dieci anni l’incubo è definitivamente finito. Ovviamente ci saranno da fare delle considerazioni a breve”. Lo stesso Lattanzi ha già preannunciato una conferenza stampa, nei prossimi giorni, per commentare nel dettaglio la vicenda. La spada di Damocle del processo di appello ha anche condizionato le scelte elettorali dello stesso coordinatore di Fli. “ Ho deciso di non candidarmi e non dare vita ad una lista”, aggiunge, “ perché con il processo in ballo sarei stato un facile obiettivo, come lo sarebbero stati coloro che si sarebbero candidati con me”.