Teramo. Con la presentazione dei risultati di un’indagine che ha coinvolto oltre 400 imprese teramane, 100 delle quali hanno risposto al questionario per testare il livello della cultura della prevenzione dei datori di lavoro, l’Ance Teramo ha presentato questa mattina la seconda fase del progetto strategico per la sicurezza in edilizia che sta conducendo in collaborazione con l’Inail.
“Un lavoro non facile” ha detto il vice presidente provinciale dell’Ance Enzo Iervelli “a causa di una certa diffidenza con coloro che operano nel settore delle costruzioni, che però ci ha permesso di conoscere le reali problematiche e le criticità degli operatori legate all’applicazione delle normative sulla sicurezza. Ora, dunque, si passerà alla seconda fase, cercando di colmare le lacune che ci sono con una formazione specifica per le esigenze delle imprese”.
Così prenderanno il via, il prossimo 25 maggio, i primi seminari destinati in particolar modo alle piccole imprese, agli artigiani e ai lavoratori autonomi, che forniranno quelle conoscenze normative necessarie per svolgere la propria attività in tutta sicurezza.
Sebbene, infatti, le stime dell’Inail sugli infortuni sul lavoro per il 2011 vedano un decremento del 6,4 per cento a livello nazionale, con un -11 per cento nelle costruzioni a fronte di un calo occupazionale del 5,3 per cento – a testimonianza di una sensibilità più elevata soprattutto per quanto riguarda l’opinione pubblica – c’è, invece, ancora molto da fare per quanto riguarda la formazione nelle aziende.
“Il nostro compito” ha detto Enrico Susi, direttore regionale dell’Inail “è, come ente pubblico, di metterci al servizio di chi vuole pare impresa, operando, grazie alle associazioni che sono uno strumento indispensabile per creare i ponti tra pubblico e privato, con maggiore flessibilità e andando in contro davvero alle reali esigenze delle imprese”.
IDENTIKIT DELLE IMPRESE. Sulla totalità delle imprese che hanno partecipato allo studio, circa la metà ha fino a 5 dipendenti, il 71 per cento di esse è una ditta appaltatrice e il restante opera in prevalenza in regime di subappalto. L’ambito nel quale operano è per il 45 per cento extraregionale, nel 57 per cento dei casi nei lavori pubblici e per il 30 per cento nei settori complementari mentre nel 36 per cento in quello dell’edilizia civile e nei restauri.
I DATI. I risultati del questionario, formato da 52 domande, hanno evidenziato una netta dicotomia tra le imprese maggiormente strutturate che conoscono le leggi e le figure professionali deputate ad adempiere alle normative sulla sicurezza e quelle piccolissime, che operano spesso in subappalto o nei settori complementari all’edilizia (idraulici, elettricisti, pittori) che, invece, hanno carenze profonde non solo dei dispositivi di prevenzione individuali ma anche una scarsa conoscenza sui benefici economici previsti dall’Inail in tema di sicurezza. In particolare la quasi totalità delle imprese (99 per cento) conosce, seppur in maniera superficiale, il Decreto legislativo 81 del 2008 (che sostituisce la vecchia Legge 626) ma solo la metà di esso lo consulta spesso, mentre il 43% solo in caso di necessità.
LA FORMAZIONE. Grazie alla collaborazione con la scuola edile, dunque, sono stati organizzati dei seminari che potranno offrire una conoscenza di base sulla cultura della sicurezza, attraverso anche un accrescimento professionale degli addetti che potranno avere pratica diretta sui cantieri di quanto appreso. In particolare sono stati pensati dei corsi agili, da svolgersi fuori dall’orario di lavoro, con un’attenzione particolare rivolta agli immigrati e senza ulteriori aggravi sulle imprese in termini di costi e di organizzazione del lavoro.
Manuela Martella