E i risultati parlano di un buon 43,9 per cento, con nove Comuni che hanno addirittura superato la soglia del 60 per cento. A fronte di altri che registrano percentuali a dir poco imbarazzanti. Lo scettro dei virtuosi va, soprattutto, ai comuni della Val Vibrata, in particolare Torano Nuovo (72,83 per cento), Canzano (68,84), Giulianova (67,27), Nereto (65,91), S. Egidio (63,92), Teramo (63,73), S.Omero (61,69), Castellalto (62,87) e Tortoreto (60,69). Fanalino di coda, Campli (5,28 per cento), Cellino Attanasio (5,17), Cermignano (5,38), Cortino (4,96), Crognaleto (3,78), Pietracamela (0 per cento), Rocca S.Maria (4,95), Torricella Sicura (5,40), Valle Castellana (4,95). “Colpa” della grandezza dei territori? Non proprio, perché altrimenti non si spiegherebbe il 15,60 per cento raggiunto da Montefino, in soli 8 mesi e su un totale di 920 abitanti. “Quando c’è la volontà politica” commenta Marconi “anche i piccoli comuni sanno fare la differenza”.
Più in generale, dal rapporto rifiuti 2011 emerge un dato chiaro. E cioè, che nonostante le criticità, dovute più che altro alla mancanza di impianti, la provincia di Teramo differenzia e lo fa correttamente. Rispetto al 2010, infatti, è diminuita la produzione di rifiuti urbani, anche se in minima percentuale (1,28 per cento), a fronte di un aumento della differenziata. In prevalenza è l’organico il rifiuto più differenziato (45 per cento), seguito da carta e cartone, vetro, metalli e plastica. Ma è cresciuta in maniera considerevole la percentuale di legno raccolto, “sicuramente in coincidenza con gli eventi alluvionali di marzo” spiega Marconi “considerato tutto lo spiaggiato raccolto lungo la costa”. Insomma, i risultati sono consolanti, segno che questa provincia è sulla strada giusta. Resta, comunque, ‘l’handicap’ degli impianti, che costringe i rifiuti teramani a viaggiare fuori provincia e fuori regione. Ma da oggi si cambia registro. E si fa sul serio. “La Regione ha fatto una nuova programmazione” ha detto Di Dalmazio “e se verrà attuata porterà ad una autosufficienza della provincia, con meno costi e più tutela dell’ambiente. Attenzione: in caso di ritardi, inadempienze e inerzie, interverrà la Regione. Non possiamo più permetterci quanto fatto finora”. In sostanza, quello che si sta facendo a Grasciano, dove la Regione ha avviato le procedure di commissariamento. “Lì bisogna realizzare il polo” ha aggiunto l’assessore regionale. “O lo fa il Cirsu o lo facciamo noi”. Carte alla mano, “adesso è tutto scritto e concordato e sta alla responsabilità di tutti portare a termine la programmazione. Solo così il rifiuto potrà trasformarsi da criticità ad opportunità”.
Marina Serra