Dall’assemblea, a cui ha partecipato anche la consigliera comunale di Teramo Alessia De Paulis, si è levato un appello corale affinché le condizioni di emergenza in cui vive la struttura siano presto superate.
La violenza delle donne, è stato ricordato, è un fenomeno in pericoloso aumento, come dimostrano le rilevazioni dei primi mesi del 2012 sul territorio nazionale (55 donne uccise, senza dimenticare che nella nostra regione si sono verificati alcuni casi di grave violenza, a L’Aquila e Nereto) e come confermato dall’aumento di richieste al centro antiviolenza provinciale. Dall’apertura de La Fenice, a marzo 2008, sono state prese in carico oltre 200 donne. Rispetto agli anni passati, si è registrato un incremento di donne straniere che si rivolgono al Centro: si tratta perlopiù di giovani con figli piccoli che si sono sposate o convivono con uomini italiani. Anche per questo motivo si è intensificata la collaborazione de La Fenice con le forze di polizia, i servizi sociali territoriali e il servizio di psichiatria della Asl. Con quest’ultimo è stato messo a punto un sistema di accesso privilegiato in favore di donne segnalate dal centro. Sempre attraverso La Fenice, infine, la provincia di Teramo è stata ammessa a far parte, quale territorio pilota, del progetto nazionale Arianna del Dipartimento per le Pari Opportunità.
“Condividiamo e apprezziamo gli sforzi del vicepresidente della Provincia, Renato Rasicci” dichiara la presidente della Cpo, Desiree Del Giovine “affinché gli operatori della Fenice ricevano dalla Regione un sostegno adeguato a portare avanti il loro delicatissimo lavoro. Tema sul quale già abbiamo potuto registrare il positivo interessamento della Consigliera di parità della Regione, Letizia Marinelli. Anche la Cpo di Teramo si vuole fare portavoce della situazione della Fenice, accendendo le luci su queste problematiche che spesso vengono vissute nel silenzio e nel più grave disagio da parte delle donne che hanno subito violenze. Dobbiamo fare rete con tutte le persone che vivono disagi e su questa emergenza dobbiamo dire una volta per tutte basta. L’auspicio è che, a livello regionale, si dia seguito agli impegni presi e si acceleri l’iter per l’erogazione dei fondi necessari a garantire un servizio essenziale, finalizzato alla liberazione delle donne dallo stato di paura, che è poi la condizione essenziale di qualsiasi seria e concreta politica per le pari opportunità”.