Un modo, questo, per fare in modo che “ogni soggetto coinvolto si prenda pubblicamente le dovute responsabilità”, con la partecipazione del direttore dei lavori, del titolare dell’impresa e dell’assessore di riferimento, in modo da “da avere lumi una volta per tutte sui motivi reali di tanto ritardo e lentezza”.
La richiesta, spiega Topitti, è motivata dal fatto che a distanza di così tanto tempo dall’avvio delle opere e visto il punto al quale si è arrivati, la situazione per tanti esercenti è diventata drammatica e insostenibile, che rischia di replicare l’esperienza negativa dell’estate 2016.
“Tante attività commerciali del Corso”, spiega Topitti, “a causa delle dinamiche disastrose non naturali, sono a serio rischio bancarotta e fallimento. In molti hanno già dovuto chiudere i battenti, i sopravvissuti necessitano urgentemente di programmare il prossimo futuro commerciale, hanno quindi bisogno di certezze in merito alla tempistica sul prosieguo e ultimazione dei lavori, spurie da qualsiasi demagogia usata fino ad oggi”.