La vicenda è frutto di un’inchiesta aperta nel 2011, che un anno fa portò alla sospensione per due mesi dall’attività professionale del medico (e successivamente alle dimissioni da assessore) perché accusato di aver svolto visite a pagamento in ospedale senza versare il dovuto all’azienda sanitaria e di truffa aggravata ai danni della Asl per aver fatto risultare la sua presenza in reparto, attraverso la timbratura del badge, essendosi in realtà assentato dal servizio. Alle originarie accusa di peculato e truffa, il procuratore capo Gabriele Ferretti e il sostituto Davide Rosati, hanno aggiunto anche la contestazione di falso ideologico per aver falsificato la cartella clinica di un paziente del reparto di urologia del Mazzini e, in concorso con il dirigente Mariotti anche per truffa, di aver falsificato permessi firmati in bianco dallo stesso dirigente, per far risultare falsi impegni legati al suo incarico di assessore per assentarsi dal posto di lavoro. Ora spetterà al giudice per l’udienza preliminare decidere se processare il medico e il dirigente comunale oppure seguire la strada del non luogo a procedere.