A dichiararlo è il presidente dell’Ance Teramo, Armando Di Eleuterio, il quale spiega che la nuova ordinanza, tra i diversi punti che disciplina, fissa a cinque il numero delle imprese che devono essere chiamate a partecipare alle gare. “C’è bisogno, quindi, di imprese qualificate, che diano ampie garanzie sul piano della qualità delle opere, e le nostre imprese possono competere a pieno titolo per offrire il loro prezioso contributo alla ricostruzione post-sisma. Dopo la presa di posizione del Governo ci aspettiamo che la Regione dia a riguardo un segnale molto preciso e forte. Apprendiamo con soddisfazione, inoltre, che il Governo Monti sta studiando le modalità per superare il Patto di stabilità, aprendo ai Comuni virtuosi la possibilità di spendere le risorse disponibili. Per le imprese sarebbe davvero una novità importante, se la disponibilità finanziaria facesse il paio con la programmazione degli interventi. Con il ritardo cronico dei pagamenti, che si sta acuendo sempre di più, c’è il rischio che nel 2012 aumenteranno i fallimenti delle imprese. Le gare di appalto sono diminuite del 78 per cento e ci sono alcuni enti che pagano con un ritardo che in alcuni casi arriva a tre anni”.
I dati sui lavori pubblici sono inequivocabili. Nel triennio 2008-2011, in provincia di Teramo, gli appalti pubblici sono diminuiti del 78 per cento sia nel numero delle gare che degli importi. Nello stesso periodo in Abruzzo la riduzione del numero degli affidamenti è stata del 47 per cento, a cui ha fatto seguito un calo degli importi complessivi delle gare appaltate del 17 cento.
Intanto, per avvicinare ulteriormente le imprese alla Pubblica Amministrazione, inoltre, l’Ance Teramo sta organizzando un ciclo di incontri, dedicati ad approfondire la tematica dei contratti pubblici. I destinatari della iniziativa, oltre alle imprese, sono i tecnici della Pubblica Amministrazione ed i professioni iscritti agli Ordini professionali degli Ingegneri, degli Architetti e dei Geometri. Il corso si svolgerà in tre giornate, 20 aprile, 4 e 18 maggio, nelle quali, accanto all’analisi dei temi in agenda, si vuole dare spazio alle riflessioni e ai quesiti della platea.