Teramo. “In merito alla proroga del decreto recante la delibera dello stato di emergenza si fa presente che, ad oggi, non è pervenuta alcuna richiesta da parte della Regione Abruzzo.
E’ la sconcertante risposta del ministro per i Rapporti con il Parlamento alla interrogazione parlamentare presentata giovedì dal deputato del Partito Democratico Tommaso Ginoble, nella quale si chiedeva conto delle disparità di trattamento tra le Marche e la provincia di Teramo per i fondi post alluvione stanziati in via emergenziale dal governo dopo le piogge del marzo 2011.
Sconcertante perchè, in buona sostanza, il governo ha detto che la disparità è dovuta al fatto che la Regione non ha presentato alcuna richiesta di proroga per il decreto che nel marzo dello scorso anno aveva dichiarato per la provincia di Teramo lo stato di emergenza. La stima dei danni, per i soli interventi di somma urgenza da parte dei comuni colpiti, era stata di 12 milioni di euro.
“Adesso si capisce perchè questa differenza di trattamento tra le Marche e la nostra provincia” ha detto Ginoble. “Il non riconoscimento economico è dovuto al fatto che la nostra Regione naviga a vista”.
Il 17 marzo scorso la Regione Marche, anch’essa colpita dall’alluvione del marzo 2011, ha ottenuto uno stanziamento da parte del governo di 25 milioni di euro. Lo sblocco dei fondi è arrivato dopo la bocciatura da parte della Suprema Corte della norma che prevedeva che, in caso di calamità naturali, prima di ottenere fondi da Roma le regioni avrebbero dovuto alzare al massimo le loro tasse (la cosiddetta tassa sulle disgrazie). “E’ ovvio” ha proseguito Ginoble “che la nostra Regione avrebbe dovuto fare esattamente lo stesso. Con quei soldi molte amministrazioni alle prese con ristrettezze di bilancio avrebbero potuto avere un pò di respiro”.
Il commento di Ruffini e Di Luca. Grazie all’interrogazione dell’onorevole Tommaso Ginoble al Ministro Giarda (nella quale si chiedeva conto delle disparità di trattamento tra le Marche e la provincia di Teramo per i fondi post alluvione stanziati in via emergenziale dal governo dopo le piogge del marzo 2011) è emerso che la Regione Abruzzo non ha presentato alcuna richiesta di proroga per il Decreto che nel marzo dello scorso anno aveva dichiarato per la provincia di Teramo lo stato di emergenza.
“La notizia è di quelle clamorose” dicono Ruffini e Di Luca “e dimostra che ormai Chiodi è cotto ed ha la testa altrove. In questa Regione Abruzzo non vi è più la garanzia neanche che venga fatta una semplice richiesta al Governo, nonostante vi fosse stato un atto di indirizzo votato all’unanimità in Consiglio regionale un mese fa. Siamo sbalorditi ed esterrefatti dall’insufficienza di Chiodi. Questa è davvero uno schiaffo per Teramo ed i teramani”.
Per i Consiglieri teramani del Pd la misura è ormai colma: “Chiodi per l’alluvione della sua provincia ha fatto poco o nulla, mentre tutte le iniziative sono venute dal nostro Gruppo Consiliare. Anche l’ultima risoluzione, votata il 6 marzo scorso, è farina del sacco del Pd che poi in consiglio regionale ha “lavorato” ed ha ottenuto l’unanimità e la disponibilità di tutte le forze”.
La risoluzione impegnava Chiodi a mettere in atto tutte le iniziative necessarie affinché la nostra Regione ottenga dal CIPE la riprogrammazione e quindi l’assegnazione dei 10,3 milioni di euro dei FAS 2000-2006. Inoltre, il presidente della Regione doveva richiedere al Presidente del Consiglio dei Ministri la proroga dello stato di emergenza dichiarato con il D.P.C.M. Del 10 marzo 2011 che è scaduta lo scorso 31 marzo. Tale richiesta di proroga fino al 31 marzo 2012 si rende necessaria al fine di ottenere dal Governo l’O.P.C.M. per le conseguenti assegnazioni di risorse finanziarie provenienti dal Fondo Nazionale di Protezione Civile;
“Questi finanziamenti sono importanti – aggiungono Di Luca e Ruffini – perchè servono a coprire le spese degli enti locali effettuati in somma urgenza e pari ad oltre 12 milioni di euro. Mentre le eventuali disponibilità di residui dei FAS a nostro avviso potrebbero essere destinati solo a spese di investimento. Chiodi doveva quindi vigilare ed avere massima attenzione nel richiedere la proroga dello stato di emergenza”.
Questa vicenda dimostra, secondo i consiglieri del Pd, che il Presidente vive in uno stato di “totale insofferenza” per il ruolo che ricopre e che “non vede l’ora di andare via.”
“Quello che è accaduto denota anche una mancanza di rispetto nei confronti delle decisioni del Consiglio regionale concludono – Ruffini e Di Luca – ma è possibile che neanche il segretario generale di Chiodi, che dal Presidente era incaricato di seguire la vicenda alluvione e che è andato in giro a promettere 20 milioni di euro, non si sia accorto di nulla? Adesso non ci resta che appellarci a tutti i nostri parlamentari affinché facciano fronte comune sul Governo per ottenere i 12 milioni di euro. Dobbiamo tutti insieme far capire al Governo che l’Abruzzo sta chiedendo dei soldi già spesi e riferito ad un provvedimento del Governo che ha riconosciuto nel nostro territorio uno stato di emergenza. La proroga era certamente importante ma non si può penalizzare un’intera Provincia con tutti i suoi Comuni per l’incapacità di qualcuno”.