Tortoreto. Nelle casse comunali rientrano 130mila euro legati agli ammanchi emersi con la gestione dell’ex funzionario infedele.
Nelle scorse settimane, infatti, è stata definita la pratica di liquidazione di alcune somme distratte dalla tesoreria comunale (all’epoca gestita dalla Carichieti) che poi fanno parte integrante dell’inchiesta sul cosiddetto caso Saccuti. La dirigenza della Nuova Carichieti, il commissario straordinario Francesco Tarricone e il legale dell’Ente (Gabriele Rapali) hanno definito la pratica in questione che chiude nella sostanza il contenzioso aperto dinanzi ai giudici della magistratura contabile. La vicenda, infatti, era finita alla Corte dei Conti dopo le comunicazioni dell’amministrazione comunale di Tortoreto successiva alla deflagrazione del caso degli ammanchi all’ufficio ragioneria. La Corte del Conti ha condannato l’istituto di credito nei due gradi di giudizio, chiamato a pagare in via sussidiaria in favore del Comune le somme di denaro, che attraverso la tesoreria comunale, erano finiti in rivoli diversi e comunque nella disponibilità dell’ex funzionario.
Ora è stata definita anche la pratica da un punto di vista contabile con la definizione degli aspetti finanziari. Nelle casse comunale sono rientrati 133mila euro, somma che riguarda solo i pagamenti effettuati nel periodo nel quale la tesoreria comunale era di pertinenza della Carichieti. Poi c’è tutto il resto, visto che l’attività della speciale commissione consiliare d’inchiesta, attivata durante l’amministrazione Monti stabilì che gli ammanchi erano di oltre 1 milione e 260 mila euro.