L’ultima notte con Domenico Pantone. Ieri sera la salma del giovane insegnante e studioso, morto a Como giovedì scorso, è tornato nella sua Alba Adriatica.
In tanti hanno atteso il rientro della salma pervasi da una forte sensazione di commozione. La camera ardente, allestita nella chiesa di Sant’Eufemia, è stata meta di tante persone con le lacrime agli occhi. Parenti, amici e conoscenti. In tanti hanno voluto salutare Domenico. Una veglia funebre che durerà tutta la notte. Poi mercoledì alle ore 10 sarà celebrato il funerale, poi la salma sarà tumulata nel cimitero di Tortoreto.
Il saluto della famiglia e degli amici
CIAO DOMENICO
Sull’albero della nostra città su un punto alto era nato Domenico.
Un frutto assai prezioso, sempre vissuto su quel ramo elevato e ondeggiante, rivolto al sole e fremente ai colpi di vento.
Un frutto maturato velocemente, anticipando la vita coll’istinto di conoscere, indagare, trovare un senso.
L’inesauribile attività intellettuale di Domenico era animata da una dedizione incrollabile per l’approfondimento che lo estenuava in mille viaggi attraverso i territori della dissertazione critica, dell’amore per l’indagine poetica, per la riflessione filosofica.
Tutto era ricondotto ad un fine ultimo: giungere ad una consapevolezza profonda senza scorciatoie, senza sconti.
Domenico in breve dominava ogni tema, scompigliava gli interlocutori, incantava tutti con l’eloquio magnetico e brillante.
Conviveva in Domenico al fianco della prodigiosa azione culturale un aspetto intimista, assai sensibile, meno conosciuto ma rivelatore della tenerezza della sua giovane età troppo spesso dissimulata: la sottesa inquietudine conviveva con la semplicità delle abitudini, con l’attaccamento ai luoghi di una vita e al proprio paese dal quale mai volle allontanarsi, con la passione per l’insegnamento ereditata dai genitori e preferita alla carriera di brillante ricercatore.
Tanto Domenico era veemente e impetuoso nello spingersi lontano con l’intelletto tanto appariva minimale nel piacere delle proprie abitudini, nell’affetto per le piccole cose vissute con delicata attenzione e riservatezza.
In questa fredda primavera un colpo di vento improvviso, più forte di tutti gli altri ha staccato dall’albero il nostro prezioso frutto.
Forse quel colpo di vento Domenico lo ha cercato, lo ha rincorso fino alla fine immaginando un passaggio ulteriore.
Per noi è difficile credere.
Ancora più difficile è comprendere e accettare oggi la sua assenza.
La vista di quel ramo spoglio ci lascia sgomenti e ci costringe a pensare che non sarà la morte a poterci separare.
Il nostro prezioso e amato frutto sarà sempre con noi.
Nei nostri cuori.
Ti vogliamo bene Domenico.