Un fiore all’occhiello della sanità italiana, un’eccellenza di quella in provincia di Teramo.
Lo ha sottolineato il ministro della Sanità Beatrice Lorenzin in occasione del taglio del nastro per l’acceleratore lineare operativo già da qualche tempo all’ospedale Mazzini. Uno strumento utile, se non persino indispensabile, nella lotta al cancro.
Un macchinario d’avanguardia, di ultima generazione, acquistato dalla Asl per poco più di 3milioni di euro e in grado di far fronte alle liste di attesa e dare speranza a chi si trova a combattere contro un male considerato incurabile sino a pochi decenni fa.
A fare gli onori di casa al ministro Lorenzin il direttore generale della Asl Roberto Fagnano, il dirigente amministrativo Maurizio Di Giosia, il sindaco Maurizio Brucchi, lo stuolo di politici, l’assessore alla sanità regionale Silvio Paolucci, il vescovo Michele Seccia che ha impartito la benedizione in occasione del taglio del nastro, rivolgendo inoltre una preghiera per medici e infermieri che prestano la loro opera per la salute dei pazienti.
Ad illustrare le caratteristiche del moderno macchinario ci ha pensato il dottor Carlo D’Ugo, responsabile del reparto di radioterapia del Mazzini.
“Ha la Tac integrata”, ha sottolineato il primario, “ci permette di curare la malattia prima, e ci consente di monitorare il paziente, ci permette di concentrare la cura e di colpire con precisione il tumore”.
Al ministro Lorenzin sono state rivolte anche domande relative all’ospedale unico in provincia di Teramo e sulla vicenda dell’acqua non potabile che martedì scorso ha gettato nel panico un’intera comunità. Sull’ospedale unico la Lorenzin è stata chiara.
“Tutto dipende dalle esigenze di pianificazione in termini di sanità di un territorio”, ha puntualizzato, “per quanto riguarda la vicenda dell’acqua non potabile, sono stata informata dell’accaduto. Mi pare evidente che debbano essere eseguiti dei lavori per evitare che simili episodi possano ripetersi. Ma è necessaria la compartecipazione di tutti”.
E per tutti in sostanza il ministro della Sanità ha lasciato intendere che ci deve essere una collaborazione stretta tra il suo dicastero, l’azienda acquedottistica, la Regione e chi gestisce la Strada dei Parchi.