TERAMO. Un incendio di piccole dimensioni è scoppiato ieri, intorno alle 23, nel carcere di Castrogno a Teramo. Il rogo è divampato nella cella di un detenuto per motivi ancora da accertare.
Sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco che hanno provveduto ad evacuare la stanza ed hanno impiegato circa un’ora per circoscrivere le fiamme e spegnerle. Nell’istituto penitenziario si sono vissuti attimi di tensione per la preoccupazione del propagarsi dell’incendio che, fortunatamente, è stato domato nel giro di poco tempo. Il detenuto è stato trasferito in un’altra cella.
A spiegare quanto successo nel penitenziario teramano è Giampiero Cordoni, segretario regionale del Sinappe.
“Ancora un drammatico evento critico a Castrogno. Solo grazie al pronto intervento del Personale di Polizia Penitenziaria del Carcere di Teramo, si è evitato l’ennesimo dramma. Ieri sera, alle 22.30 circa, un detenuto ha appiccato il fuoco alla sua cella. L’immediato intervento del Personale di Polizia Penitenziaria disponibile e il supporto di una squadra dei Vigili del Fuoco di Teramo, ha evitato al detenuto autore del gesto l’irreparabile. Il risultato di questo gesto, è stato il ricorso al locale Pronto Soccorso di cinque Colleghi intossicati dal fumo e dalla polvere degli estintori utilizzati in attesa dei Vigili del Fuoco. Questa sigla sindacale non si stancherà mai di denunciare le drammatiche condizioni lavorative del Personale di Polizia Penitenziaria, nell’indifferenza più totale da parte degli organi superiori e di una Direzione che continua a rinviare interventi diventati indispensabili per rimediare ad una situazione che sta portando sull’orlo del precipizio un Carcere che si regge oramai solo sull’abnegazione del Personale”.
Ad appiccare il fuoco è stato il tunisino accusato di aver sfregiato con una lametta il volto di Guido Curti, uno degli arrestati del crack Di Pietro, l’inchiesta teramana sulle bancarotte a catena che coinvolgono società con sede nello studio di commercialisti Chiodi-Tancredi. L’extracomunitario aveva raccolto, per farne un falò, coperte, lenzuola, materasso, due bombolette di gas, un tavolo e lo sgabello. Poi ha appiccato il fuoco e si è barricato in bagno protetto dalla porta in metallo. Il piromane è ora tenuto nel reparto osservazione del carcere di Castrogno e isolato dagli altri detenuti per il rischio di linciaggio. Sarà comunque denunciato. “In carcere si è sfiorata la rivolta dei detenuti” denuncia Giuseppe Pallini del sindacato Sappe. “I detenuti hanno rischiato di morire come topi in trappola e anche per i vigili del fuoco è stato difficile domare il rogo visto che l’ambiente era saturo di fumo e la visibilita’ era scarsa e l’aria irrespirabile. Denuncio ancora una volta con forza la carenza di organico e non immagino cosa sarebbe potuto succedere in un caso come questo se si fosse scatenata la rivolta. Teramo è l’unico carcere fra Abruzzo e Molise dotato di assistenza medica h24. Significa che qui arrivano detenuti, almeno la metà del totale, con problemi psichiatrici”.