Teramo. Incentrata sul presidente della Giunta regionale Gianni Chiodi, che ha risposto alle domande di parti civili e pubblico ministero, l’udienza odierna del processo, a Teramo, in cui e’ imputato come sindaco della cittadina con l’accusa di disastro ambientale, per il crollo della discarica comunale ”La Torre”, nel febbraio 2006.
”Abbiamo gestito la prassi ordinaria – ha detto Chiodi rispondendo alle domande -, senza avere avvisaglie di quello che poi sarebbe accaduto”. Il Governatore, ascoltato per circa 4 ore (giudice Domenico Canosa e ascoltato dall’avvocato dei residenti, Tommaso Navarra) ha spiegato che le segnalazioni che gli arrivavano in qualità di rappresentante legale dell’Ente, dall’Arta piuttosto che dal Nucleo ambientale dei carabinieri o da cittadini, venivano girate ai tecnici comunali competenti. I quali, non avevano mai segnalato l’esistenza di rischi e di pericoli derivanti dallo spargimento e dall’infiltrazione del percolato nel terreno circostante. Nello stesso processo sono indagati Berardo Rabbuffo, ex assessore al Comune di Teramo, gli ex presidenti della Provincia di Teramo, Claudio Ruffini ed Ernino D’Agostino, e Franco Gerardini, dirigente regionale del settore rifiuti.