Cancro all’utero: la Asl di Teramo manda il test a casa

asl_teramoTeramo. La modernità come efficacia nella prevenzione e la prevenzione come sistema di eguaglianza. E’ la sintesi dell’iniziativa di cui la Asl di Teramo torna ad essere capofila nazionale. L’obiettivo è dotare le donne che non si sottopongono a regolari controlli per l’HPV, di test (autotest) personali, con consegna diretta, postale, per la cosiddetta “auto somministrazione”.

Si studia cioè come dare la possibilità alle donne di verificare se hanno lesioni dell’utero (spia, o precedente del cancro) da sole. L’iniziativa è tesa a “stanare” e convincere al controllo, evitando il confronto con il personale e la struttura sanitaria, quelle donne che fanno resistenza, che non rispondono alle regolari chiamate di controllo, che non frequentano gli ambulatori per la prevenzione del cervicocarcinoma (il tumore dell’utero, appunto), nonostante i programma di screening in materia siano di valore in campo nazionale (in Abruzzo, visti i precedenti di capofila, in particolare). In questo progetto la Asl di Teramo, senza spese aggiuntive, è impegnata intanto nello studiare quanto sia possibile e quanto possa essere efficace questa moderna attività logistica, “che in realtà” spiega il manager Giustino Varrassi “raccoglie in sè tutto il significato del ben più vasto concetto di prevenzione, a sua volta concretizzato nelle mille, meritorie attività quotidiane. Ma credetemi, questa è davvero straordinaria”. Il direttore generale della Asl ha siglato un accordo di convenzione con l’Agenzia Sanitaria Regionale. Il progetto prevede uno studio multicentrico su base nazionale coordinato per la Asl di Teramo da Emma Altobelli, responsabile dell’Unità Operativa di Epidemiologia a Direzione Universitaria – Università di L’Aquila e da Paolo Giorgi Rossi, Regione Lazio-Agenzia di Sanità Pubblica. Ma In stretta collaborazione con la Commissione Pari Opportunità provinciale, inoltre, la Asl di Teramo vuole estendere lo screening per il cervicocarcinoma alle donne extracomunitarie. “Certo” aggiunge Varrassi “so perfettamente quanto sia impegnativo riprendere quest’idea, ma le donne sono tutte uguali e il loro diritto alla salute non può essere negato. Figuriamoci se pensiamo quanto è necessario per tutte il test per l’HPV. Con la Commissione Pari opportunità dobbiamo rilanciare questa sfida e questa volta dobbiamo vincerla. E’ nostro dovere”.

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