Tortoreto. Dovranno rispondere di rapina aggravata in concorso Claudio Ridolfi, 50 anni di Giulianova, e Thomas Di Eugenio, 25 anni di Tortoreto, arrestati questa mattina dalla Squadra Mobile di Teramo, al termine di una complessa indagine. I fatti risalgono al 21 ottobre scorso, quando un imprenditore giuliese, L.C., si era recato negli uffici della Questura per sporgere denuncia.
Le indagini, condotte attraverso accertamenti bancari, individuazioni fotografiche e racconti da parte di alcuni testimoni, hanno consentito di raccogliere elementi univoci circa le responsabilità dei due. Nello specifico è emerso che Ridolfi, proprietario di un bar a Martinsicuro e di una nota paninoteca all’ingresso del porto di Giulianova, a seguito di vicende di natura civilistica legate all’attività dell’esercizio dato in gestione alla vittima, aveva commissionato a Di Eugenio l’incarico di rapinare la somma di 3mila euro detenuta dall’imprenditore. Spinto dalla necessità di reintestarsi la licenza del locale, Ridolfi aveva spinto L.C. a stipulare un atto di rinuncia della licenza dinanzi ad un notaio di Giulianova, previa restituzione delle 3mila euro che aveva consegnato a titolo di caparra. Subito dopo i due si sono recati nell’ufficio commercio del Comune di Martinsicuro per formalizzare l’avvenuta voltura della licenza. All’uscita dall’ufficio comunale, Ridolfi si era offerto di accompagnare L.C. fino a casa, ma nel corso del tragitto lungo la statale 16, a Tortoreto, aveva fermato la macchina costringendo il passeggero a salire sul mezzo condotto dal complice Di Eugenio. Quest’ultimo aveva percorso pochi metri, fino a quando, dopo essersi fermato in strada, aveva puntato un coltello all’addome dell’imprenditore, obbligandolo con minacce molto pesanti a consegnargli la somma ricevuta da Ridolfi. Subito dopo era scappato via, lasciando la vittima in strada. A seguito della ricostruzione dei fatti, il Pm Giovagnoni ha richiesto al Gip De Renzis le misure di custodia cautelare che oggi sono state eseguite a carico dei due, rintracciati nelle proprie abitazioni e trasferiti nel carcere di Castrogno a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.