Roseto, incendiata barca da diporto. Indagini dell’Ufficio Locale Marittimo (SERVIZIO/FOTO)

L’hanno trascinata sino ad una decina di metri dalla riva e poi l’hanno cosparsa di liquido infiammabile. E’ bastato un accendino per dare fuoco ad una imbarcazione da diporto di circa 4 metri.

L’increscioso episodio si è registrato nella tarda serata di ieri, nella zona d’alaggio per natanti sportivi e della piccola pesca a ridosso del lido L’Aragosta, nel tratto nord del litorale di Roseto. Della barca, di proprietà di un uomo di Roseto, P.L., non resta praticamente più nulla, solo la punta della prua e un cumulo di lana di vetro bruciacchiata. L’incendio si è sviluppato in un attimo, trattandosi di barca da diporto in vetroresina, utilizzata dal proprietario per la pesca sportiva.

A dare l’allarme era stata una pattuglia del nucleo radiomobile dei carabinieri di Giulianova che transitando sul lungomare aveva notato il bagliore provocato dalle fiamme. Sul posto poco dopo la camionetta dei vigili del fuoco che con sabbia e acqua hanno spento l’incendio che purtroppo aveva già distrutto la barca.

Un atto vandalico bello e buono su cui ora stanno indagando gli uomini dell’Ufficio Locale Marittimo che in mattinata sono tornati sul posto per un sopralluogo, sperando di trovare qualche indizio che possa indirizzare le indagini.

In zona non ci sono telecamere di videosorveglianza, né sono trovati contenitori abbandonati utilizzati per trasportare il liquido infiammabile. Secondo i pescatori della zona, la barca data alle fiamme si trovava oltre 30 metri più a monte, quasi a ridosso del muretto del lungomare.

Quindi gli autori del gesto l’hanno spostata, allontanandola da altre barche che avrebbero potuto essere avvolte dalle fiamme. L’obiettivo era solo ed esclusivamente questo natante.

Dalle prime indagini è emerso che la piccola imbarcazione distrutta non avesse il permesso per stazionare nella zona di rimessaggio. Avrebbe quindi occupato abusivamente un lembo di spiaggia che forse doveva essere assegnato a chi ne aveva diritto. E’ un’ipotesi al vaglio ora delle autorità marittime.

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