Dal 2008, infatti, la medicina penitenziaria è stata riassorbita dalla Asl che attualmente dispone a Castrogno di un grande polimabulatorio (vista anche la presenza della sezione femminile con annesso nido per bambini fino a 3 anni), risultando tra gli istituti di pena meglio attrezzati nel centro Italia.
“Il nostro intento”, ha spiegato Liberatore, “è rendere le condizioni ambientali più positive possibili per i detenuti. La sanità penitenziaria è particolare e abbiamo un ruolo molto delicato soprattutto nella gestione della quotidianità. Il fenomeno di violenza contro se stessi e gli altri, infatti, è all’ordine del giorno e il fenomeno dei suicidi in carcere sta diventando preoccupante. Per questo vogliamo mettere in campo tutte le azioni necessarie per prevenire e seguire i pazienti, sostenendoli oltre che sorvegliandoli”.
L’accordo prevede il potenziamento dello staff multidisciplinare, composto da personale sanitario e dell’Istituto, che potrà essere integrato all’occorrenza da altre figure come ad esempio i mediatori culturali, che prenderà in carico tutti i soggetti che manifestino i sintomi di un intento autolesionistico o suicidario.
Inoltre è prevista anche la figura dei care givers, tra i reclusi stessi, il cui compito sarà quello di prestare attenzione, così come farebbe un familiare, a quei soggetti segnalati dal medico, che ne abbiano dimostrato il bisogno. Infine ci sarà una maggiore attenzione alla dislocazione de carcerati che abbiano mostrato delle particolari difficoltà. A tutti i detenuti, inoltre, fin dal loro ingresso a Castrogno, viene somministrato un test di screening per verificare se ci siano o meno delle particolari predisposizioni.
Negli ultimi anni sono stati diversi i casi di suicidio che si sono registrati nella casa circondariale teramana, che hanno raggiunto l’apice nel 2012, con ben 4 morti, in un periodo nel quale la popolazione massima carceraria è arrivata a sfiorare le 540 unità. Attualmente, invece, per via dei disagi dovuti al terremoto e al maltempo, il numero di reclusi è sceso a 252 consentendo una migliore vivibilità per detenuti e operatori.