Gesti imprevedibili, spesso solo dimostrativi, che testimoniano il disagio soprattutto di chi entra in carcere per la prima volta. Ed è proprio per prevenire i fenomeni di suicidio, che così spesso balzano agli onori della cronaca, che la Asl di Teramo ha voluto stilare un piano operativo con l’Istituto penitenziario di Castrogno per attuare una serie di azioni preventive per limitare le azioni autolesioniste e suicidarie tra i detenuti.
L’accordo è stato firmato questa mattina dal direttore generale della Asl di Teramo, Roberto Fagnano, e dal direttore del carcere teramano, Stefano Liberatore, che, insieme al direttore del presidio sanitario del carcere Massimo Forlini, hanno spiegato i punti dell’intesa che punta ad erogare servizi migliori per i pazienti detenuti.
Dal 2008, infatti, la medicina penitenziaria è stata riassorbita dalla Asl che attualmente dispone a Castrogno di un grande polimabulatorio (vista anche la presenza della sezione femminile con annesso nido per bambini fino a 3 anni), risultando tra gli istituti di pena meglio attrezzati nel centro Italia.
“Il nostro intento”, ha spiegato Liberatore, “è rendere le condizioni ambientali più positive possibili per i detenuti. La sanità penitenziaria è particolare e abbiamo un ruolo molto delicato soprattutto nella gestione della quotidianità. Il fenomeno di violenza contro se stessi e gli altri, infatti, è all’ordine del giorno e il fenomeno dei suicidi in carcere sta diventando preoccupante. Per questo vogliamo mettere in campo tutte le azioni necessarie per prevenire e seguire i pazienti, sostenendoli oltre che sorvegliandoli”.
L’accordo prevede il potenziamento dello staff multidisciplinare, composto da personale sanitario e dell’Istituto, che potrà essere integrato all’occorrenza da altre figure come ad esempio i mediatori culturali, che prenderà in carico tutti i soggetti che manifestino i sintomi di un intento autolesionistico o suicidario.
Inoltre è prevista anche la figura dei care givers, tra i reclusi stessi, il cui compito sarà quello di prestare attenzione, così come farebbe un familiare, a quei soggetti segnalati dal medico, che ne abbiano dimostrato il bisogno. Infine ci sarà una maggiore attenzione alla dislocazione de carcerati che abbiano mostrato delle particolari difficoltà. A tutti i detenuti, inoltre, fin dal loro ingresso a Castrogno, viene somministrato un test di screening per verificare se ci siano o meno delle particolari predisposizioni.
Negli ultimi anni sono stati diversi i casi di suicidio che si sono registrati nella casa circondariale teramana, che hanno raggiunto l’apice nel 2012, con ben 4 morti, in un periodo nel quale la popolazione massima carceraria è arrivata a sfiorare le 540 unità. Attualmente, invece, per via dei disagi dovuti al terremoto e al maltempo, il numero di reclusi è sceso a 252 consentendo una migliore vivibilità per detenuti e operatori.