Una pillola dispensata dal Presidente della Provincia Renzo Di Sabatino e dal sindaco di Teramo Maurizio Brucchi, che bollano in maniera positiva quella che è stata la grande manifestazione di Roma.
“Ci aspettiamo ora dal Governo massima attenzione sui nostri problemi e vigileremo – hanno sottolineato – anche con il sostegno dei parlamentari abruzzesi. Anche per questo abbiamo sollecitato l’esecutivo a varare un tavolo di confronto che parta quanto prima possibile”.
Mai nella storia recente si era assistito ad una mobilitazione di questo tenore. Sindaci, rappresentanti istituzionali, associazioni di categoria, sindacati, ma anche tanti cittadini. Oltre 1800 manifestanti presenti a Roma, davanti a Montecitorio, pe fa sentire la voce del territorio. Un territorio ferito dalle emergenze (terremoto, maltempo, neve e frane), ma ferito anche da una crisi economica che rischia di disegnare un futuro a tinte fosche per la Provincia di Teramo e per l’intero Abruzzo.
Nei due tavoli di confronto di oggi (Montecitorio con la commissione ambiente e a Palazzo Chigi) uno spiraglio è stato aperto per prevedere nel decreto varie tipologie di intervento, a partire dall’allargamento del cratere sismico, ma non solo. Al momento sono aperture, in attesa poi che l’esecutivo possa tenere conto di varie situazione: dalla tenuta degli edifici scolastici, dal rischio spopolamento abitativo e produttivo, ai bilanci dei Comuni appesantiti da un’emergenza che prosegue dallo scorso agosto.
E’ pur vero che diversi sindaci hanno manifestato le proprie perplessità sulle risposte avute oggi.
Troppe situazioni indefinite e dubbi su quello che potrà realmente accadere. Chiara in tal senso la posizione manifestata a Montecitorio da Diego Di Bonaventura, sindaco di Notaresco, ma perplessità sono emerse anche nelle analisi raccolte dopo l’incontro dal collega di Campli e di Sant’Egidio alla Vibrata.
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