Terremoto, azienda teramana in prima linea per la ricostruzione delle case (FOTO)

L’azienda teramana My House già da Natale 2016 ha consegnato le prime case agli sfollati, dopo appena quattro mesi dalla prima forte scossa verificatasi il 24 agosto 2016 nelle Marche e in Umbria.

Ad oggi infatti, a sei mesi dal terremoto, i tantissimi rimasti senza casa sono ancora in attesa di vedersi assegnare delle nuove abitazioni.

In occasione del terremoto dell’Aquila nel 2009, le prime case vennero consegnate dopo poco più di 5 mesi (il 15 settembre 2009).

C’è stato però chi ha preferito (o ha potuto) non aspettare che la Protezione Civile mettesse a loro disposizione un nuovo tetto. Perciò hanno scelto di incaricare imprese immobiliari competenti, che si sono recate sul luogo per fornire ai terremotati casette in legno a prezzi confortevoli.

Come My House, l’impresa teramana specializzata nella costruzione di case in legno che già prima della fine del 2016 aveva già consegnato i primi moduli abitativi, dando così la possibilità a tante persone di tornare a dormire in una casa propria.

Si tratta di strutture d’emergenza in Legno X-lam, uno dei materiali naturali all’avanguardia nelle costruzioni antisismiche.

My House ha dato la possibilità di scegliere fra due differenti moduli abitativi di emergenza, da 47 e 59 mq. Le casette sono munite di tutto, funzionali al 100% e complete di impianti, bagni, camere e cucina, a costi molto contenuti, (a partire da 600 € al mq). Costruite in 20 giorni lavorativi, sono edifici in classe energetica B.

L’azienda teramana è molto ricercata nelle aree del cratere, nonostante tutti i vincoli imposti dalle leggi vigenti. Infatti in tanti, nonostante la situazione di emergenza, non hanno potuto ricostruire un modulo abitativo provvisorio, anche con investimenti propri, nonostante fossero in possesso di un terreno di proprietà. Questo perchè lo Stato non rilascia permessi a chi non rispetta sui propri terreni i requisiti previsti dalla legge vigente (requisiti di cubatura). Cosa del tutto legittima in una situazione normale, ma assolutamente inappropriata se si devono dare urgentemente dei tetti a chi è rimasto vittima del terremoto.

Il problema non riguarda esclusivamente abitazioni private ma anche attività commerciali.

Ad esempio, in questi giorni a Trisunga (frazione di Arquata del Tronto) una macelleria specializzata in prodotti tipici avrebbe voluto costruire un nuovo laboratorio su un proprio terreno distante un paio di chilometri. La legge che regolamenta le ricostruzioni commerciali post sisma prevede però che non possa esserci una distanza superiore a 100 metri, impedendo di fatto a quegli esercizi che posseggono terreni più distanti di riprendere la propria attività.

 

 

 

 

 

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