Dubbi, tanti. E il pensiero che si fa sempre più strada di lasciare la propria casa, il proprio paese, per spostarsi verso un posto considerato più sicuro. Sono in molti i cittadini dell’entroterra teramano che, dopo gli eventi sismici e l’emergenza neve con le sue difficili conseguenze che non sono state ancora pienamente risolte, si sono spostati verso la costa per ritrovare un minimo di serenità e “ricominciare a vivere”.
E in tanti, proprio per l’incertezza che ancora vige sulla sicurezza degli edifici scolastici, stanno meditando di trasferire le loro famiglie dalla montagna al mare, per garantire ai propri figli scuole sicure.
Anche Carla Ferretti, rappresentante del comitato genitori delle scuole di Isola, mette a nudo una situazione complessa, con i genitori che devono iscrivere i propri figli a scuola posti di fronte ad un bivio se lasciare il paese o restare con l’incertezza di quale struttura potrà accogliere gli studenti.
“Chiediamo semplicemente certezza e sicurezza per i nostri figli”, spiega la mamma, “visto che, ad oggi, abbiamo avuto solo tante belle parole. Vogliamo sapere se arriveranno i Musp (come ribadito anche ieri durante l’incontro tra il Governatore D’Alfonso e i sindaci teramani, ndr) e li vogliamo vedere, prima di decidere dove mandare in nostri figli”.
Perché, seppure le iscrizioni ad Isola siano state rinviate di una settimana e scadranno il 13 febbraio, non c’è ancora nessuna indicazione, ad oggi, di cosa accadrà a settembre. Di certo c’è solo l’inagibilità della scuola media che, già trasferita in due strutture di Cerchiara, lesionate dalle ultime scosse, è ancora alla ricerca di un posto dove poter svolgere le attività didattiche. Mentre la scuola elementare, risalente agli anni ’40, seppure classificata in passato come A, ad oggi non ha ancora avuto le verifiche, i lavori finanziati non sono partiti e non incute molte sicurezze nei genitori.
“In tanti stanno già prendendo informazioni per le scuole sulla costa”, continua la mamma, “visto che ci è stato assicurato che possiamo scegliere tre scuole senza avere un obbligo di priorità per esse. Ma in pratica ci stanno costringendo ad andare via o a mettere a rischio la vita dei nostri figli. Forse non è stato ancora ben chiaro ai piani alti che questa incertezza continua e la mancanza di sicurezza stanno sradicando intere famiglie da Isola, portandola allo spopolamento. Non è quello che vogliamo. Ma è quello che ci costringono a fare”.