Teramo, D’Alfonso ributta ai sindaci la “patata bollente” della riapertura delle scuole FOTO

Riunione con i sindaci blindata per la stampa quella di oggi pomeriggio al Parco della Scienza tra il Governatore d’Abruzzo, Luciano D’Alfonso (che ha invitato i giornalisti ad allontanarsi per non correre il rischio di “dichiarazioni itermittenti” della Commissione Grandi Rischi), e i primi cittadini della provincia teramana che si sono confrontati per capire quali strategie comuni adottare per la riapertura delle scuole. Un confronto duro nel quale i sindaci hanno espresso tutte le loro perplessità riguardanti le responsabilità lasciate interamente sulle loro spalle, vista anche la risposta ricevuta proprio oggi dal premier Gentiloni in risposta alla lettera di Brucchi che non è piaciuta affatto al primo cittadino teramano

Un incontro che non ha portato a nulla di nuovo, come prevedibile, nel quale D’Alfonso ha in sintesi invitato i sindaci a riaprire le scuole, chiedendo loro una co-assunzione di responsabilità. Ma qualcuno, come il sindaco di Cortino, Gabriele Minosse, ha abbandonato la riunione in segno di protesta, mentre in tanti hanno espresso forti preoccupazioni anche per la volontà espressa dal Prefetto di Teramo di voler chiudere il centro di coordinamento dei soccorsi già da domani, nonostante lo sciame sismico ancora in atto e le necessità concrete e grandi che arrivano dai territori.

Quali conclusioni, dunque, per le scuole? In realtà si torna al punto di partenza, con le verifiche della Protezione Civile in corso, che dovrebbero essere completate tra oggi e domani, una nuova riunione in programma domani per prendere atto della classificazione degli edifici (a parte due plessi di Teramo non risulterebbero scuole danneggiate tra quelle superiori) e una riapertura che, a questo punto, potrebbe essere posticipata alla metà della prossima settimana.

L’unica novità riguarda l’impegno della Regione sia nel finanziare le verifiche di vulnerabilità sismica negli edifici dove manca e sia i lavori per l’adeguamento di quella parte di essi che potrà arrivare a raggiungere il valore soglia. Ma è chiaro che nell’immediato nulla cambierà. E i tanti desiderati moduli provvisori saranno richiesti solo per quelle situazioni limite per le quali non è possibile pensare a soluzioni alternative, vedi ad esempio Isola come ha ricordato lo stesso senatore Paolo Tancredi.

Le minacce di prorogare a tempo indeterminato la chiusura delle scuole con il rischio di far perdere l’anno scolastico fino a che non arrivino dal Governo indicazioni chiare su criteri e limiti relativi alla vulnerabilità sismica uguali per tutti i Comuni, dunque, sembra essere rientrato.

Ma, di nuovo, si è di fronte ad un cane che si morte la coda, con la patata bollente che torna nelle mani dei sindaci, costretti ora a fare i conti con lo spopolamento sia della città di Teramo che delle aree interne, visto che in tanti preferiscono spostarsi verso la costa per avere maggiore tranquillità.

Intanto le iscrizioni a Teramo non vengono fatte mentre si attende di conoscere la decisione dell’Ufficio scolastico regionale su una possibile proroga di 30 giorni chiesta già diverse settimane fa da Brucchi.

Mentre la riunione continua con i dirigenti scolastici e i rappresentanti dei genitori, questi ultimi pronti a scendere sul piede di guerra.

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