Ospedale di Sant’Omero: bimbo di 16 mesi con la febbre non viene visitato. Genitori si rivolgono a San Benedetto

ospedale_sant_omero_mediumSant’Omero. Un genitore, padre di un bimbo di 16 mesi, ci ha scritto una lettera per raccontare la disavventura occorso venerdì sera, all’ospedale di Sant’Omero. Il papà, di Alba Adriatica, ha accompagnato il bimbo in ospedale con 39 e mezzo di febbre. L’attesa al pronto soccorso dell’ospedale vibratiano, come si racconta nella lettera, è stata vana.

A quel punto, i genitori, che vivono ad Alba Adriatica, hanno deciso di rivolgersi all’ospedale di San Benedetto del Tronto, dove il piccolo paziente è stato visitato e ricoverato per gli accertamenti di rito.

 

La lettera

“Venerdì 2 settembre, alle ore 22,30 circa, mi sono recato, su consiglio della guardia medica, al pronto soccorso di sant’Omero perché mio figlio di 1 anno e 4 mesi dalle 19,00 circa aveva la febbre a 39.5° , febbre che non si era abbassata neanche dopo due supposte di tachipirina e quindi a rischio di crisi convulsive. Da premettere che, come è ormai ben noto, il reparto di pediatria dell’ospedale di Sant’Omero è chiuso ma la guardia medica per non perdere troppo tempo (sarei dovuto andare a Teramo o Atri) mi ha confermato il pronto soccorso di Sant’Omero. Infatti a Sant’Omero il pediatra non c’era e l’infermiere che ci ha accolto al triage dopo essersi sincerato dell’effettiva febbre alta (39° alle 23,00) ha esposto il problema al medico di turno che ci ha detto di aspettare perché era impegnato in altre visite o di recarci presso un ospedale dove fosse operativo il reparto di pediatria: abbiamo deciso di aspettare la consulenza del medico e ci è stato assegnato dalla sala triage un codice colore di attesa verde. Questo ci ha lasciati dubbiosi in quanto il codice verde, come previsto dal decreto del commissario ad acta n. 08 del 22 marzo 2011 della regione Abruzzo dice: intervento poco critico, differibile – e quindi non urgente. Lo stesso decreto, invece, classifica tutte le alterazioni dei parametri vitali, come la temperatura corporea alta (esplicitamente riportato sul decreto) codice giallo, intervento indifferibile da effettuare prima possibile – urgenza primaria.

Dopo circa 20 minuti di attesa non avendo avuto ancora nessuna risposta abbiamo sollecitato nuovamente la postazione triage e per tutta risposta mi hanno detto: il pediatra non c’è,il medico di turno è impegnato, non so quando si libera, non so cosa dirvi.

A questo punto sono andato a San Benedetto del Tronto, è stato subito assegnato ,al piccolo, il codice giallo, due minuti dopo è stato chiamato per la visita, tenuto in osservazione dal medico del pronto soccorso (che non era un pediatra) e ricoverato per tutti gli accertamenti del caso. Ora mi chiedo: me è questa la riorganizzazione del sistema sanitario previsto dal Governatore Chiodi e dal direttore generale della ASL Varrassi? Sono circa 6 mesi che associazioni di settore, sindacati, comuni chiedono di rivedere questa riorganizzazione. Perché non fare un passo indietro? E’ mai possibile che a rimetterci debbano essere sempre i cittadini? Allora è vero che, come già scritto da qualcuno, la sanità in provincia di teramo è un pericolo per la salute!!!

Gestione cookie