L’Aquila. “E’ impossibile decidere oggi. La decisione ci sarà tra domani mattina e domani pomeriggio”. Così il presidente del Tribunale del Riesame dell’Aquila, Giuseppe Romano Gargarella, ha dichiarato al termine dell’udienza fissata per oggi relativa all’omicidio di Melania Rea, la 29enne di Somma Vesuviana ritrovata morta il 20 aprile a Ripe di Civitella, in provincia di Teramo.
Tre i periti a cui gli avvocati del marito della donna, Salvatore Parolisi, in carcere con l’accusa di omicidio volontario aggravato, si sono oggi affidati per smontare il teorema dell’accusa. Si tratta, in particolare, del medico legale Lorenzo Varretto, uno dei consulenti del gip di Vigevano che nel 2009 smontò la superperizia della Procura demolendo l’impianto accusatorio contro Alberto Stasi, il fidanzato di Chiara Poggi, considerato l’assassino della ragazza; Emiliano Giardina, dell’università Tor Vergata consulente per la difesa di Raniero Brusco, il fidanzato di Simonetta Cesaroni nel giallo di via Poma; Roberto Cusani, docente universitario di telecomunicazioni che si è occupato del caso di Denise Pipitone, la bambina scomparsa anni fa in Sicilia.
Tre anche i punti chiave della memoria difensiva da 150 pagine presentata dal caporal maggiore al Tribunale del Riesame dell’Aquila riguardanti l’ora della morte, le tracce del Dna e le celle telefoniche. Più in particolare, secondo la difesa la procura avrebbe fatto in modo di “adattare” l’ora della morte di Melania proprio per mettere sotto accusa Parolisi. Si può dimostrare che quando Melania è stata uccisa Parolisi era al parco di Colle San Marco. Per quanto riguarda, invece, il Dna, secondo i legali tutti gli sforzi degli inquirenti si sarebbero concentrati solo sul profilo di Parolisi, mentre sono state trascurate altre tracce biologiche ritrovate sul cadavere della giovane mamma e riconducibili a sei profili maschili, mai approfonditi, oltre ad altre tracce miste. Il terzo interrogativo riguarda le celle telefoniche. Secondo gli avvocati non si può infatti affermare con certezza assoluta che il telefono di Melania prendesse solo in corrispondenza del monumento dei caduti di Colle San Marco.
Dal canto suo Parolisi ha parlato dinanzi ai giudici come già annunciato nei giorni scorsi: la sua deposizione spontanea è durata circa mezz’ora. Da quanto si è appreso avrebbe ricostruito tutti i movimenti del 18 aprile, giorno dell’omicidio della moglie Melania, ribadendo la sua innocenza.
A questo punto il Tribunale del Riesame dell’Aquila ha poco tempo a disposizione per studiare i fascicoli e le memorie di accusa e difesa relativi al caporlamaggiore Salvatore Parolisi. Domani, infatti, scadono i dieci giorni dal deposito della documentazione presentata dal collegio della difesa, termine entro il quale lo speciale tribunale deve decidere se confermare o meno la custodia cautelare in carcere del sottufficiale dell’Esercito. Il Riesame, tuttavia, potrebbe fare anche scelte diverse, adottando altre misure cautelari, non esclusi i domiciliari.